Prime impressioni
Eccomi, sono atterrata! Dopo un volo interminabile di cinquantamila ore,cinque delle quali le ho passate accanto ad una signora che vomitava ad intervalli regolari per poi sdraiarsi tutta dalla mia parte, sono pronta a scendere dall’aereo, zaino in spalla. Non posso ancora, crederci, la mia avventura sta per cominciare!
Appena scesa, degli uomini in uniforme mi hanno indicato la strada per il controllo passaporti, dove altri uomini (e donne) in tenuta militare, controllavano accigliati i documenti dei passeggeri. Superato quello, sono andata in cerca del mio bagaglio, il mio favoloso zaino alla Chris McCandless, del quale vado fierissima e che reperisco dietro ad una valigia giallo fosforescente, enorme. Lo prendo, lo carico sulle spalle, posiziono davanti lo zaino più piccolo ed esco. Ad aspettarmi c’è Thao, una ragazza piccolina ma dal viso simpaticissimo che tiene fra le mani, in alto, un cartello con scritto il mio nome.
-Hi, how are you?? Tired? I’m Thao, give me your bag!- Mi saluta lei parlando a raffica. Con voce ferma e squillante, ferma un taxi, ci fa caricare sopra i miei bagagli e mi fa cenno di sedermi accanto a lei sul sedile posteriore.
La macchina parte subito ed io mi ritrovo a sfrecciare su una strada sconosciuta, trafficata a bestia, costruita in mezzo a campi di palme e di banani. Le macchine e i motorini non smettono di suonare il clacson. Lo usano anche per indicare le svolte. Le frecce sono roba superata, ormai. La prima occhiata alla città, mi restituisce quello che pensavo di lei: negozi e garage fatiscenti si alternano a case in stile colonialismo francese e palazzi con le insegne al neon dei karaoke. Persone che camminano oziose, donne minutissime che trasportano una bilancia di legno gigante sui quali piatti sono posati diversi tipi di frutta. L’odore di smog si mescola a quello del cibo cotto in strada e al salmastro del fiume che attraversa Hanoi. Hanoi infatti, significa città costruita sui fiumi. La adoro.
Il taxi si ferma in mezzo ad una stradina disastrata, accanto un fiume maleodorante e cartelli con scritto “lavori in corso” posizionati in vari punti della via.
Eccomi di fronte al numero 19, casa mia, per i prossimi tre mesi.