Il ritorno… nhé/oi
Ebbene, eccomi qui, comodamente seduta sul materasso\letto di Mi, il computer appoggiato su un tavolino che Mi ha comprato di recente, intenta a raccogliere ed organizzare i primi pensieri di questa prima giornata. Come al solito, sono tanti e tutti, mi si accavallano nella mente già sovraeccitata e strafatta di adrenalina per le ultime ore appena trascorse. Mi è seduta di fronte a me, i capelli corti che svolazzano ad ogni folata di vento artificiale generata dal ventilatore che abbiamo posizionato proprio davanti a noi. Mi sta leggendo i messaggi che il suo amico Loic ( un ragazzo belga che conoscerò a breve) le sta scrivendo: si stanno mettendo d’accordo per stasera, usciremo a bere qualcosa nell’Old quarter e sono contenta di non essere più l’unica occidentale del gruppo. Uno dei miei propositi nuovi per il mio ritorno èquello di cercare nuovi amici western\expats and so on, così da averealmeno un punto d’appoggio culturale nei momenti di crisi viet.
Comunque, dopo quasi due giorni di viaggio massacranti, sono atterrata ad Hanoi alle 8.30 del mattino. Quando l’aereo si è abbassato sulla pista, i miei sensi si sono come risvegliati e hanno iniziato a registrare ogni movimento dei passeggeri (per la maggior parte viet), ogni tetto colorato delle case strette e lunghe tipiche della capitale. Molti suoni mi erano già famigliari e mi sono arrivati dritti nel cervello, rilasciando tutte le emozioni che covavano dentro di me dall’inizio del viaggio: lo scatarrio degli anziani, i richiami melodici delle donne… mi hanno fatto piangere. così ho singhiozzato per tutta la durata dell’atterraggio e ho continuato anche quando ho accesso il telefono vietnamita e ho chiamato Mi, che mi ha risposto immediatamente, singhiozzando pure lei.
era un pianto di contentezza, di incredulità nell ‘essere di nuovo ad Hanoi, la città che rappresenta il mio inferno e il mio paradiso, le mie gioie e i miei dolori, dopo un anno esatto. A stento ho contenuto la mia impazienza nell’aspettare i controlli del passaporto e la mia valigia sul nastro dei bagagli.
Quando finalmente sono uscita dalla sala degli arrivi, Mi era lì: ci siamo corse incontro e abbracciate tra pianti e risate (isteriche per lo più). Nessuna delle due poteva credere di essere l’una nelle braccia dell’altra, ancora una volta.
Mi aveva noleggiato un’auto con autista ( ormai non mi stupisco più) che ci ha guidato verso Thanh Xuan, il quartiere dove abita lei. Non appena ci siamo immerse nel traffico di Hanoi, tutto mi è tornato di nuovo alla mente: il caldo soffocante ed umido che mi ha immediatamente inzuppato la maglietta, i motorini che si incrociavano con le macchine, fra clacson e smog.. gli odori… il mio corpo riconosceva ognuna di quelle cose, ma allo stesso tempo era come se le vedesse e sentisse per la prima volta. è una sensazione che mi ha accompagnato per tutta la giornata: quando la macchina ha parcheggiato di fronte al viale della casa di Mi, quel viale che ho percorso in motorino decine e decinedi volte, prima come fidanzata di Tung, poi come migliore amica di Mi, la signora delle mentine e i due vecchi che giocano a dama erano ancora lì, nel solito posto e mi hanno rivolto il solito saluto al quale io ho risposto come ho sempre fatto: ” Xin chào, Cò, Xin chào Ban..”
L’odore della casa di Mi, sempre lo stesso, sua mamma che mi saluta, Ben (il cane) che mi fa la festa… era come se non fossi mai andata via e allo stesso tempo come se fossi stata lontana da questi luoghi per almeno cent’anni.
Il caffè da Paris Baguette con Mi, le nostre chiacchere, le spese al negozio coreano.. tutti gesti della mia quotidianità di un tempo, che ora ritornano in vita.. non so quale sia il modo migliore per descrivere questa sensazione bizzarra.. non riesco a trovare parole più adatte!
Comunque sia, sono appena arrivata ma giàle cose da fare si stanno ammucchiando una sopra l’altra: devo trovare un appartamento per un mese, cosicchè possa avere i miei spazi e non gravi troppo sulla famiglia di Mi; poi devo noleggiare un motorino e infine ho già i primi appuntamentidi lavoro fissati per domani. Per quanto riguarda Anh, domani pomeriggio cercherò di andare in orfanotrofio ma la vedo molto dura: ho infatti ricevuto una lunghissima lettera dall’ufficio inglese di Projects Abroad nella quale, oltre a scrivere le opinioni dell’associazione su quanto accaduto, mi ha anche riferito che in orfanotrofio, al momento, non può entrare nessuno perchè ancora sotto indagini. quindi devo studiarmi un piano anche per questo. Prevedo un mese movimentato e impegnativ, questa volta. Spero solo di riuscire ad entrare a Bo De e di poter riabbracciare la mia bimba. Mi manca così tanto ma so che la situazione è parecchio delicata, quindi devo muovermi con molta cautela e stare attenta per non rovinare o mettere in pericolo il mio rapporto con Anh e l’orfanotrofio.
è difficile, ma per fortuna non sono sola. ( quindi Mamma stai tranquilla!)
Per adesso, non ho molto altro da scrivere, a parte che come previsto, il caldo e lo smog fanno si che mi cambi d’abito quasi quanto faceva Maria Antonietta e che il rosghino alla gola m si sta già formando… ( che schifo).
No, aspettate, qualcosadevo ancora aggiungere: la prima è che ho appena finito dmangiare una super cena a base di nem che la mamma di Mi ha preparato apposta perme; e la seconda èche, vedendo Tung oggi, non hoprovato niente di niente… anzi si sposerà a breve!