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  • vento fresco ad Hanoi..e tanti pensieri.

    ieri sera e per tutta la notte, un temporale fortissimo si è abbattuto su Hanoi, costringendo tutti a ritanarsi in casa. ma, la mattina dopo ci siamo svegliati con un vento straordinamente fresco che entrava dalla finestra e che per una volta, rendeva superflua l aria condizionata. una sensazione meravigliosa.. quasi surreale!
    il vento fresco peró, non ha portato solo sollievo alla mia pelle di solito appiccicosa e sudaticcia, ma anche molti pensieri: sono pensieri arrivati piuttosto spontaneamente, in seguito ai miei primi giorni di rientro in questa splendida e contraddittoria città. è strano a dirsi ma, tornando qua dopo un anno di assenza, la realtà della vita che avevo vissuto prima e quella che avrei potuto vivere se avessi compiuto scelte diverse, mi sono state presentate molto chiaramente. ho capito infatti, come prima io avessi lasciato la bruttezza invadere qualsiasi aspetto della mia vita. ero praticamente circondata: non solo all’orfanotrofio, ma la relazione con Tung ,il lavoro con Lena… era tutto un susseguirsi di brutti momenti, delusioni, tristezza.. invece adesso, frequentando anche un altro tipo di ambiente e altri amici, ho potuto finalmente vedere e capire che non sono costretta a rimanere in quella situazione, ma che anzi, posso vivere nella bellezza. se per scelte di lavoro, sono a contatto con situazioni critiche e spiacevoli, quando torno a casa e nella mia vita privata, al contrario, posso scegliere le.cose belle e piacevoli della vita: posso scegliere di andare in palestra la mattina e prendermi cura di me stessa. posso scegliere di mangiare un pasticcino al cioccolato senza sentirmi in colpa per il fatto che probabilmente, quella ragazzina che vende stracci all’angolo dellas trada non ne ha mai assaggiato uno…

    Posso uscire la sera e divertirmi nei locali più belli con i miei amici e il giorno dopo andare a trovare Anh all’orfanotrofio..

    Già Anh, questo è un altro punto importante della mia storia: quando domenica, sono andata a vederla e l’ho vista così diffidente nei miei confronti perchè ovviamente non mi aveva riconosciuta sul momento e quando l’ho osservata muoversi con sicurezza fra gli altri bambini, bella come sempre, sana (per fortuna) ho cominciato a chiedermi se veramente, tornare da lei tutti i giorni, riabituarla a me, farle vedere com’eravamo prima e poi riandarmene tra un mese e lasciarla di nuovo, sia la cosa giusta, la scelta migliore. Anh è la mia bambina, le voglio un bene oltremisura, che non si può spiegare e farei di tutto per lei, persino decidere di lasciarla vivere in pace, tranquilla, fino a quando non sarò certa di poterla tenere realmente con me.

    a questo proposito, mi sono anche documentata con una associazione di adozioni italiana che mi ha delucidato sulle ultime leggi in merito: anche in Vietnam adesso bisogna essere sposate e da almeno due anni. quindi al momento, direi che non è proprio il momento per me, soprattutto perchè la parte di trovare una persona da amare e che ami Anh quanto la amo io, è molto ma molto ma molto difficile.. soprattutto se continuo ad incontrare ragazzi che mi lasciano la patente di guida e poi non si fanno sentire per una settimana…

     

  • Riunite.

    allora, devo scrivere sugli ultimi due giorni trascorsi:  ieri mattina ho avuto il pimo incontro di lavoro con il project officer di una ong italiana. siamo andati a pranzo in un ristorantino sul west lake e lì ho mangiato un pho bo spettacolare (mi mancava tantissimo!). Luca, così si chiama, mi ha dato moltissime informazioni utili per il progetto e mi ha persino prestato un libro nel quale ci sono tutti i decreti e le regole per le ong internazionali in Vietnam.

    Il pomeriggio invece, l’ho speso a dormire ( vergogna) perchè ero talmente stanca dalla serata precedente, dal jet leg etc, che gli occhi mi si chiudevano da soli!!

    per cena, Mi ed io, siamo state invitate da Loic, il ragazzo belga che ho appena conosciuto, a mangiare nel ristorante dell’albergo 4 stelle che suo padre gestisce al momento. è stata une cena piuttosto surreale in questo contesto hanoiano: Mi, io, Elton ( un altro nostro amico)e Loic, seduti composti ad una tavola rotonda, a mangiare cibo vietnamita di alta cucina, sorseggiare vino bianco e rispondere educatamente alle domande del padre di Loic.

    Dopo cena però, ci siamo scatenati!! per prima cosa, siamo andati all’hair of the dog, nell’old quarter (meta obbligata). siamo saliti al secondo piano questa volta, dove l’atmosfera era più tranquilla e rilassata e si può ballare scalzi. e questo, è  il momento di uno dei miei incontri fortuiti :-) Mi ed io volevamo una  certa canzone ed ho deciso di andarla a chiedere al dj. quando arrivo sotto la console, un ragazzo mi si avvicina e mi chiede di cosa avessi bisogno (in inglese). io lo guardo meglio: pelle chiarissima, muscoloso, abbastanza alto, naso dritto occhi a mandorla e capelli neri. Coreano. senza dilungarmi troppo nelle descrizioni, salto al dunque e cioè che dopo aver parlato per un po’, ci siamo scambiati i biglietti da visita e io gli ho detto di fare un salto al the bank, dove saremmo andati io e gli altri a breve.

    La serata al the bank è andata avanti fino all’1 del mattino quando il locale ha chiuso, senza che il ragazzo coreano si facesse vedere. ma siccome nessuno di noi si sentiva  proprio stanco, abbiamo deciso, per caso, di andare al Phuc Tan, un locale sulla riva del fiume dove ero già stata con Benjamin e gli altri ragazzi francesi. E sopresa.. lì chi incontro? il ragazzo coreano!!

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    abbiamo parlato ancora, a lungo e mi ha presentata ai suoi amici che non potevano credere al fatto che parlassi la loro lingua.. insomma la serata è finita con un semi appuntamento con data da destinarsi, e la sua patente nel mio portafoglio! sono proprio curiosa di vedere come andrà a finire questa storia.. soprattutto dato il fatto che ho la sua patente!

    ma adesso, passiamo alle cose serie: questa mattina sono andata a prendere il motorino che il babbo di Loic mi ha trovato ad un prezzo stracciato. Per un paio d’ore non ho fatto altro che girare per la città, godendomi il traffico ( sì, proprio così), notando che i miei riflessi sono ancora pronti e prendendo confidenza con il nuovo stradario di Hanoi. Infatti, molte strade sono cambiate: all’altezza di Xa Dan, hanno fatto un piazzale gigantesco, mentre in Kim Ma, hanno costruito una strada rialzata che passa accanto alla Lotte Tower appena terminata.(è bellissima ed è l’edificio più alto della capitale).

    Poi però, mentre giravo senza meta, il desiderio di prendere la strada per Bo De si è fatto sempre più forte: in teoria avrei dovuto aspettare di ricevere il numero dell’insegnante vietnamita che era rimasta da sola insieme a Gerwitt a monitorare la situazione nei giorni più bui ma mi sono detta che se fosse rimasto qualcuno del vecchio personale della reception o qualche nanny mia amica, sarei stata riconosciuta e avrei potuto entrare tranquillamente.

    Premetto che Projects Abroad mi ha scritto una mail nella quale si diceva che assolutamente non si poteva più entrare…

    ed invece sono entrata. in lacrime perchè non appena ho preso il ponte che separa Hanoi da Lang Bien, esse  hanno cominciato a colarmi dagli occhi, a ritmo quasi furioso. quando sono entrata nel parcheggio dei motorini, i parcheggiatori erano gli stessi emi hanno riconosciuto: ci siamo abbracciati e non mi hanno fatto pagare il parcheggio. è stato bello. quando sono entrata nel cortile, ho visto subito che tutto è cambiato: l’orfanotrofio era immerso nel silenzio, non si sentivano più gli schiamazzi dei bambini o le urla delle nannies. niente. mi sono gettata letteralmente in quella che speravo essere ancora la camera di Anh eho paerto la porta. Lei non c’era, ma al suo posto c’erano altri bambini che ricordavo piccolissimi e che adesso invece camminavano e mi chiamavano Chi oi.

    sono uscita dalla stanza velocemente per guardami attorno: e l’ho vista. era due porte più in là, in piedi davanti alla porta che mi fissava. non ce l’ho fatta a trattenermi. ho pianto come una scema, camminando verso di lei. mi faceva quasi paura, con quel suo sguardo serio e il visetto imbronciato. non abbassava lo sguardo, continuava a fissarmi e basta. mi sono fermata davanti a lei e mi sono inginocchiata.

    “Anh” le ho detto. ” Sono io.” lei mi ha soppesato con lo sguardo e poi lentamente si è girata e se n’è andata.

    Mi ci è voluto parecchio tempo perchè lei si avvicinasse a me. Se devo metterla su un piano pratico sono felice che sia così diffidente, perchè almeno posso stare tranquilla con gli altri stranieri. Ma dall’altra parte, mi ha spezzato il cuore. Le ho provate molte: le ho cantato la nostra canzone, le ho mostrato le sue foto, i suoi video, le ho parlato in italiano e in inglese. e alla fine, si è avvicinata e mi ha abbracciato. e io l’ho presa fra le mie braccia e le ho accarezzato la sua testolina, le ho dato baci sulle guance. e continuavo a ripetere” Anh, Anh oi.. sono io” e ad un certo punto lei mi ha stretto forte e poi con la sua manina ha indicato la strada per uscire dall’orfanotrofio. potete immaginare come cavolo mi sia sentita.

    è stato un pomeriggio parecchio intenso ed ora sono stanchissima, sdraiata sul letto con Mi accanto.

    Domani, dopo il lavoro, proverò ad andare ancora e vedere come andrà tra noi, se inizierà a ricordare piano, piano..

     

  • Ricominciare da me

    Okkay.. finalmente un respiro di sollievo! Questa è la prima settimana di pausa che ho da circa un mesetto: non devo più lavorare le mattine e ho mezza giornata libera tutti i giorni adesso! Perchè? Il progetto di Jobs Activity al quale mi sono dedicata nelle ultime tre settimane, è appena terminato e finalmente posso dormire e riprendermi in mano. è arrivato il momento: come tutti voi sapete, sono una che pensa fisso. Ed il mio ultimo pensiero è stato quello di trovare il modo di ricominciare da zero, ricominciare da me. Mi sono lasciata andare, sia fisicamente che psicologicamente; sopraffatta dagli eventi della vita non ho avuto tempo di ascoltarmi, capirmi, coccolarmi. E quindi, come è normale che accada, ho avuto un crollo emotivo non indifferente: è una settimana che piango senza apparente motivo, e senza neanche riuscire a frenare le lacrime che vengono giù da sole, mentre mi pettino, chatto, mi vesto. A volte essere donna è esasperante.. non trovate anche voi? Tutti sti ormoni, sti sentimenti, sti pensieri…madonna mia! Il clou l’ho avuto proprio ieri e adesso vi spiegherò il motivo:

    Mercoledì mattina, sveglia alle 9.00, orario più che decente e meritato. Decido di andare a correre, fare un po’ di esercizio (è un punto fondamentale del mio piano “riprendiamoci in mano”), tornare a casa, prepararmi e andare da Anh. Invece, alle 9.10 Jack, un volontario di Projects Abroad, mi chiama al telefono: “Hey, hum.. good morning.. how are you? hum.. just want to tell you that your girl is in the hospital right now, with me and other 10 kids”

    Il mio cuore si è fermato per un secondo: “What the hell! why she’s in the hospital???” Ho chiesto aggrappandomi al cellulare. “Cause she needs adenoids operation as all the children in the orphanage, now I am here since 6 am this morning.” Mi ha risposto Jack.  “God. Ok, don’t do anything, 10 minutes and I am there. Just give me the name of the hospital please” Sono riuscita a dire mentre correvo giù per le scale del mio palazzo.

    Tempo di uscire il motore dal garage che ricevo il messaggio di Jack con l’indirizzo:Behn Vien Da Khoa, 29 Han Thuyen, Hai Ba Trung. è vicino a casa mia, perfetto!

    In 15 minuti sono lì: alla reception spiego il motivo della mia visita, ma nessuna delle due ragazze presenti parla inglese. Ogni volta che ho un’emergenza, chissà perchè tutti si scordano l’inglese. Ed io non so come comunicare, il mio vietnamita si limita ancora a poche frasi.

    Chiamo Jack che mi dice di rimanere lì, mi viene a prendere. Dopo 0.2 secondi, lo vedo arrivare, camice e cuffia. “Hey, your girl is not here anymore, she came back cause doctors said she still has pneuomonia so they can’t do the operation”. Cosa? La polmonite? ancora? ma quando? Non aveva nessun sintomo l’ultima volta che l’ho vista! ” Ok, thank you very much Jack. Can I come to see the other kids before going to Bo De?” Ho chiesto. Jack mi ha portato al sesto piano, dove, nelle due camere principali, dieci bambini dell’orfanotrofio, stavano sdraiati, mogi, mogi, nei loro rispettivi letti, troppo bianchi, troppo inamidati, rispetto a quelli dell’orfanotrofio. Una delle nannies era lì con suo figlio. è una mia amica ed è una ragazza dolcissima; la saluto in vietnamita e lei mi risponde contenta che inizi a parlare la sua lingua. Faccio il giro dei letti, saluti i piccoli e poi torno al parcheggio, pago il custode e mi dirigo in orfanotrofio.

    In pagoda, migliaia di persone gironzolano tra i giardini e nelle camere. Ci deve essere qualcosa di speciale in corso; non mi piace quando ci sono così tante persone, davvero. D’istinto, mi metto a correre per raggiungere la camera di Anh il più in fretta possibile. Quando arrivo, la nanny mi fa una gran festa. E Anh è li, i capelli sempre più lunghi, lei sempre più grande ogni volta che la vedo. Appena sente la mia voce, gira la testa verso di me, lancia un gridolino, scavalca un bimbo sdraiato accanto a lei, si arrampica sulla testata del letto e porge le manine nella mia direzione. La mia bambina, la mia piccolina. Anche se non passo più molto tempo con lei, mi riconosce sempre, vede sempre in me, la sua Me, la sua mamma. Rimaniamo abbracciate per dieci minuti buoni, in silenzio, lei che si aggrappa alle mie braccia, io che le accarrezzo la testolina. Una volta staccate, chiedo informazioni alla nanny riguardo alla polmonite, ma non mi sa dire un granchè. Allora decido di andare da Hue, la manager: voglio portarla a casa e guarirla una volta per tutte. Ma Hue mi dice che ho bisogno del permesso del capo monaco che è troppo occupato a causa della festa. Chiamo Sally, la mia ex capa e chiedo se può aiutarmi. Mi dice di andare in ufficio da lei nel giro di mezz’ora.

    Una volta in ufficio ho discusso con Sally riguardo a come ottenere il permesso dal monaco nello stesso giorno, ma insieme siamo giunte alla conclunsione che in quel momento era proprio impossibile.

    Poi, non so come, siamo finite a parlare del posto vacante come Assistant Manager in Porjects Abroad che lei lascerà a fine ottobre quando il suo contratto terminerà. E mi ha detto che sarei perfetta per quel posto. Ho rivisto il mio vecchio sogno di lavorare nel mondo della cooperazione e dello sviluppo, farsi luce nelle ombre del mio futuro. Abbiamo parlato per un po’, e ci siamo messe d’accordo che le avrei mandato il mio cv, la cover letter e che lei avrebbe scritto una lettera di raccomandazione per me. Non potevo crederci. Incredibile come arrivino le cose. Proprio ora, che il mio lavoro non va più bene, ecco che arriva un’altra opportunità,migliore, quella che ho sempre desiderato. E ancora una volta, è Anh che mi porta al cambiamento. è lei, l’elemento chiave, quello che muove le cose. Incredibile.

    Al lavoro dicevo, non va più bene perchè , la mil mio capo, nonchè la mia prima vera amica qui ad Hanoi, da quando ha deciso di ingrandire il suo business, trasformando il club in un centro di Lingua Inglese, è cambiata completamente. Pensa solo ai soldi ed improvvisamente, trova che il mio modo di insegnare non sia più consono e abbia falle da tutte le parti. Da quasi un mese, si comporta proprio come una stronza con me, sia sul lavoro che sulla vita personale: non perde occasione per umiliarmi davanti ai miei studenti, prendermi in giro e criticare il mio modo di insegnare. Non so perchè tutto sia cambiato così, in un attimo, ma stranamente tutto è coinciso con l’arrivo del mio ragazzo. Conosco le donne, lo sono io stessa, perciò so che nel suo nuovo comportamento, oltre ad un leggero malessere personale, c’è anche un po’ di gelosia. E fa male, perchè insieme abbiamo passato dei momenti bellissimi e adesso, non riusciamo più a connetterci sullo stesso piano.

    Poi, è arrivato il tifone. Ieri sera e non ha ancora smesso. Molte strade di Hanoi, come Tran Phu e Le Duan sono quasi completamente allagate. Ma la pioggia non mi ha fermato ;-) mi sono alzata alle dieci (sì, sto recuperando tutte le mie ore di sonno), mi sono preparata e sono andata al Bookstorm vicino a casa mia. Sotto la pioggia scrosciante, ho scelto un libro. Saranno due mesi che non ne compro uno. Ho fatto scivolare le dita sulle copertine dei libri ordinatamente riposti negli scaffali e mi sono lasciata guidare fino alla mia scelta. Un romanzo su due sorelle, un’artista e una suffragetta, nell’Inghilterra del 1914. Mia sorella adesso sobbalzerà sul letto. Già Silvs!

    Sono riuscita a trovare un taxi e mi sono fatta portare al cafè per expats, Puku. Mi sono concessa un hamburger e patatine con mocaccino come dessert e ho iniziato il mio libro. Ahhhh questa si che è vita! 20130808_140234_resized 20130808_140243_resized

    Poi, però, è arrivata l’ora del dovere: sono dovuta andare in ospedale per controllare la mia pelle. Da un mese mi gratto a sangue e le croste formano delle macchioline marroni che ho sparse per i piedi, la parte bassa delle gambe e le mani.  Sospetto sia di nuovo scabbia. L’avevo già presa in aprile ma pensavo di averla debellata.

    All’ospedale francese di Hanoi, una dermatologa mi ha visitata e ha confermato la mia diagnosi. Ho di nuovo la scabbia! Accidenti… per 150 euro (3.100.000 vnd) ho pagato visita e medicine e la dermatologa mi ha dato tutte le istruzioni e persino un permesso scritto di portare Anh a casa mia per guarirla dalla scabbia (perchè a questo punto ce l’ha anche lei) e la polmonite. Quindi nel male direi che è andata bene!

    Questo è quanto è successo in quest’ultima settimana. Più o meno :-) Mi sto riprendendo, davvero. Curerò la scabbia, riporterò la mia pelle alla normalità, perderò un po’ di peso, mi rilasserò, cambierò lavoro e forse anche casa. Risparmierò soldi. Ricomincerò da me.

     

     

  • il cinema ad hanoi:esperienza in 4D e A.A.A cercasi un lavoro, vi prego

    ieri Anh ed io abbiamo passato un altro pomeriggio insieme! questa voltamsiamo rimaste un po’ più a casa e le ragazze del 6esto piano sono fenute a trovarla. Verso le 4, l ‘ho portata a fare una passeggiata attorno al lago  e abbiamo raggiunto degli amici.  praticamente Anh ha passato il pomeriggio ad essere spupazzata a destra e a manca!

    la sera invece ho avuto un appuntamento: il classico primo appuntamentomcena e cinema:mi ha portato a mangiare italiano perchè voleva sapere cosa ne pensassi e devo dire che sino rimasta impressionata perchè tutti i cuochi erano viet eil cibo era vicino alla perfezione. se si considera che i ristoranti italiani a bruxelles per esempio sono tenuti da italiani di 2 o 3 generazione e che i loro piatti non si possono mangiare…durante la cena abbiamo parlato soprattuto di viaggi e lavoro e mi ha dato un paio  di consigli molto utili. dopo la cena siamo andati a vedere 911 il nuovo film di Halle Berry. Allora, se siete in viaggio in vietnam o state programmamdo di venire qui, assicuratevi di andare almeno una volta al cinema, perchè è un’esperienza unica! i vietnamiti infatti, partecipano attivamente al film,  con grida, consigli agli attori su come agire, opinioni espresse ad alta voce… e tutto quello che vi può venire in mente. all’ inizio ero a dir poco shoccata ed ogni volta che il mio accompagnatore mi diceva qualcosa, istintivamente mi veniva da zittirlo.. poi però mi sono rilassata e mi sono lasciata trasportare dal folklore,partecipando anch’io e incacchiandomi con halle berry,dicendogliene di tutti i colori perchè non ha fatto la cosa più logica che poteva fare e cioè chiamare immediatamente la polizia invece di finire nel tunnel con lo psico.

    oggi invece è stata una giornata un po’ così: l’Hanoi Academy ancora non ha chiamato e ho deciso di chiamarla io domani mattina almeno se sanno già che non mi prenderanno, me lo diranno direttamente senza tanti giri. Quindi ho chiamato la mia seconda scelta, l’asilo:ma la proprietaria mi ha detto che gli orari sono cambiati e che se accettassi, lavorerei dalle 3 alle 9 di sera. Ora: quale asilo tiene aperto fino alle 9 di sera spiegatemelo. Punto due, come fanno le cose a cambiare completamente in una settimana??? Quindi adesso sono di nuovo in cerca di un lavoro durante il giorno e per poter almeno vivere decentemente. Che palle!! ogni volta così.. è una cosa troppo stressante e prova seriamente i miei nervi. Come può la gente qui essere così poco seria nell’ambito lavorativo?? Non mi ricordo se l’ho letto da qualche parte o me l’ha detto qualcuno, ma quando si è proprio giù, la prima cosa da fare è farsi carine ed uscire per un cambio di idee. Così ho fatto: mi sono vestita bene, mi sono sistemata i capelli, ho preso il tablet e sono uscita di casa. Ma fuori faceva un caldo bestia. Così mi sono ritirata al café Bean, ho preso un milkshake, ho cliccato sul sito Thenewhanoian e ho cercato negli annunci: ho mandato 10 curriculum e cover letters. ma stavolta non solo per teaching jobs, anche per nanny e receptionnist.

    anh con sally!

    anh con sally!

    Uno mi ha già risposto e adesso devo vedere come far coincidere gli orari. vediamo come andrà nei prossimi giorni.

    Stasera è stato il mio primo giorno di lavoro al centro :-) ma sono tornata a casa alle 22.30! Sono stanca morta e mentre scrivo, sto ingurgitando la mia scodella di korean instant noodles. Ho dato un’occhiata alla cucina e mi sono accorta che ho una montagna di piatti da lavare!

    anh con le ragazze del 6° piano

    anh con le ragazze del 6° piano

  • Una mattina di libertà per otto bambini :-)

    Ieri mattina, Shila ed io siamo riuscite a convincere la manager dell’orfanotrofio a portare qualche bambino fuori dall’orfanotrofio per passare la mattina insieme al parco. Shila è stata davvero brava, ha fatto tutto lei.

    All’inizio i bambini dovevano essere solo quattro, ma poi, nella classica maniera vietnamita, sono raddoppiati: meglio per noi! Io ho potuto portare Anh :-D è la seconda uscita per lei! Non ridete, ma non ho potuto resistere dal vestirci uguali.. in rosso. Oh di! Poi Anh è bellissima con quel colore.

    Ci siamo stipati in due taxi, io ho trovato un passeggino nuovissimo nascosto in clinica (rosso anche quello), così l’ho caricato di dietro e siamo partiti alla volta del Lenin Park. è il parco più bello di Hanoi secondo me, perchè è immenso e ci sono un sacco di aree gioco per i bambini. Appena siamo usciti dai taxi, i piccoli si sono precipitati all’interno mentre io mettevo Anh nel passeggino e Shila pagava i biglietti. Hue, la manager era già andata fuori di testa. -.-’ ed è mamma di due bambini questa. Volete sapere la sua storia? Ha mollato tutta la famiglia (i figli hanno 8 e 10 anni) per venire qui a vivere nella pagoda. Sospetto che il marito la picchiasse. Shila è andata al suo villaggio natale e ha scattato una foto di lui ubriaco.. non aveva una bella faccia effettivamente.

    Comunque, i bambini non stavano nella pelle: correvano da una parte all’altra, si mescolavano con gli altri e in questo modo, non si riusciva a vedere la differenza tra i bambini “normali” e loro. Era bellissimo. Ho avuto i brividi per tutto il giorno.

    Shila aveva comprato frutta e acqua per tutti e poi abbiamo comprato loro anche dei gelati; il modo in cui li hanno prima guardati e poi mangiati, ci ha fatto pensare che non avessero mai visto un gelato prima d’ora.

    Alle undici li abbiamo portati al ristorante del parco, dove hanno potuto fare un pasto decente. Hanno mangiato fino a scoppiare!

    Vedere le loro facce sorridenti, osservarli giocare e rincorrersi come se nulla fosse.. sono cose che non si possono cancellare dalla mente.

     

  • E così.. si ricomincia!

    è mercoledì sera: sono arrivata ad Hanoi oggi pomeriggio alle tre, stravolta, come sempre, dop un volo così lungo. Il viaggio però non è stato male, anzi: durante la prima tratta, ho incontrato diverse persone, in particolare un uomo che fa avanti e indietro per Cina (per ragione lavorative e sentimentali), che erano particolarmente interessati alla mia storia. Ho raccontato loro di Anh, del nostro rapporto, di cosa farò adesso, che mi trasferisco in questa città. Abbiamo parlato per ore sulle possibilità di adozione e i tipi di leggi che la regolano.

    Comunque sia, non vedevo l’ora di scendere da quell’aereo e fiondarmi nuovamente nel traffico e nell’aria umida di Hanoi. Ho fermato un taxi quasi subito, infilato la mia enorme valigia nel bagagliaio e ho intimato al tassista di partire. La cosa più buffa, è che guardando fuori dal finestrino, mi sembrava tutto bellissimo, affascinante, esotico. Proprio come il primo giorno che sono arrivata qui. Incredibile. Eppure, mi sono detta, la conosci questa cacchio di città.

    Arrivata in albergo, ho fatto una doccia lunga una vita, mi sono messa il pigiama e ho dormito per un paio d’ore. Poi sono uscita, ho cercato qualcosa da mangiare e sono andata dalle mie amiche nella mia vecchia casa. è stato bellissimo riabbracciarle!

    Come da routine, ci siamo messe a guardare Miss Adviced, quel programma idiota con le tipe 40enni che cercano di trovarsi un uomo.

    Sul tardi, ho ritrovato i francesi.

    Ahhhh la mia routine hanoiana!