Okkay.. finalmente un respiro di sollievo! Questa è la prima settimana di pausa che ho da circa un mesetto: non devo più lavorare le mattine e ho mezza giornata libera tutti i giorni adesso! Perchè? Il progetto di Jobs Activity al quale mi sono dedicata nelle ultime tre settimane, è appena terminato e finalmente posso dormire e riprendermi in mano. è arrivato il momento: come tutti voi sapete, sono una che pensa fisso. Ed il mio ultimo pensiero è stato quello di trovare il modo di ricominciare da zero, ricominciare da me. Mi sono lasciata andare, sia fisicamente che psicologicamente; sopraffatta dagli eventi della vita non ho avuto tempo di ascoltarmi, capirmi, coccolarmi. E quindi, come è normale che accada, ho avuto un crollo emotivo non indifferente: è una settimana che piango senza apparente motivo, e senza neanche riuscire a frenare le lacrime che vengono giù da sole, mentre mi pettino, chatto, mi vesto. A volte essere donna è esasperante.. non trovate anche voi? Tutti sti ormoni, sti sentimenti, sti pensieri…madonna mia! Il clou l’ho avuto proprio ieri e adesso vi spiegherò il motivo:
Mercoledì mattina, sveglia alle 9.00, orario più che decente e meritato. Decido di andare a correre, fare un po’ di esercizio (è un punto fondamentale del mio piano “riprendiamoci in mano”), tornare a casa, prepararmi e andare da Anh. Invece, alle 9.10 Jack, un volontario di Projects Abroad, mi chiama al telefono: “Hey, hum.. good morning.. how are you? hum.. just want to tell you that your girl is in the hospital right now, with me and other 10 kids”
Il mio cuore si è fermato per un secondo: “What the hell! why she’s in the hospital???” Ho chiesto aggrappandomi al cellulare. “Cause she needs adenoids operation as all the children in the orphanage, now I am here since 6 am this morning.” Mi ha risposto Jack. “God. Ok, don’t do anything, 10 minutes and I am there. Just give me the name of the hospital please” Sono riuscita a dire mentre correvo giù per le scale del mio palazzo.
Tempo di uscire il motore dal garage che ricevo il messaggio di Jack con l’indirizzo:Behn Vien Da Khoa, 29 Han Thuyen, Hai Ba Trung. è vicino a casa mia, perfetto!
In 15 minuti sono lì: alla reception spiego il motivo della mia visita, ma nessuna delle due ragazze presenti parla inglese. Ogni volta che ho un’emergenza, chissà perchè tutti si scordano l’inglese. Ed io non so come comunicare, il mio vietnamita si limita ancora a poche frasi.
Chiamo Jack che mi dice di rimanere lì, mi viene a prendere. Dopo 0.2 secondi, lo vedo arrivare, camice e cuffia. “Hey, your girl is not here anymore, she came back cause doctors said she still has pneuomonia so they can’t do the operation”. Cosa? La polmonite? ancora? ma quando? Non aveva nessun sintomo l’ultima volta che l’ho vista! ” Ok, thank you very much Jack. Can I come to see the other kids before going to Bo De?” Ho chiesto. Jack mi ha portato al sesto piano, dove, nelle due camere principali, dieci bambini dell’orfanotrofio, stavano sdraiati, mogi, mogi, nei loro rispettivi letti, troppo bianchi, troppo inamidati, rispetto a quelli dell’orfanotrofio. Una delle nannies era lì con suo figlio. è una mia amica ed è una ragazza dolcissima; la saluto in vietnamita e lei mi risponde contenta che inizi a parlare la sua lingua. Faccio il giro dei letti, saluti i piccoli e poi torno al parcheggio, pago il custode e mi dirigo in orfanotrofio.
In pagoda, migliaia di persone gironzolano tra i giardini e nelle camere. Ci deve essere qualcosa di speciale in corso; non mi piace quando ci sono così tante persone, davvero. D’istinto, mi metto a correre per raggiungere la camera di Anh il più in fretta possibile. Quando arrivo, la nanny mi fa una gran festa. E Anh è li, i capelli sempre più lunghi, lei sempre più grande ogni volta che la vedo. Appena sente la mia voce, gira la testa verso di me, lancia un gridolino, scavalca un bimbo sdraiato accanto a lei, si arrampica sulla testata del letto e porge le manine nella mia direzione. La mia bambina, la mia piccolina. Anche se non passo più molto tempo con lei, mi riconosce sempre, vede sempre in me, la sua Me, la sua mamma. Rimaniamo abbracciate per dieci minuti buoni, in silenzio, lei che si aggrappa alle mie braccia, io che le accarrezzo la testolina. Una volta staccate, chiedo informazioni alla nanny riguardo alla polmonite, ma non mi sa dire un granchè. Allora decido di andare da Hue, la manager: voglio portarla a casa e guarirla una volta per tutte. Ma Hue mi dice che ho bisogno del permesso del capo monaco che è troppo occupato a causa della festa. Chiamo Sally, la mia ex capa e chiedo se può aiutarmi. Mi dice di andare in ufficio da lei nel giro di mezz’ora.
Una volta in ufficio ho discusso con Sally riguardo a come ottenere il permesso dal monaco nello stesso giorno, ma insieme siamo giunte alla conclunsione che in quel momento era proprio impossibile.
Poi, non so come, siamo finite a parlare del posto vacante come Assistant Manager in Porjects Abroad che lei lascerà a fine ottobre quando il suo contratto terminerà. E mi ha detto che sarei perfetta per quel posto. Ho rivisto il mio vecchio sogno di lavorare nel mondo della cooperazione e dello sviluppo, farsi luce nelle ombre del mio futuro. Abbiamo parlato per un po’, e ci siamo messe d’accordo che le avrei mandato il mio cv, la cover letter e che lei avrebbe scritto una lettera di raccomandazione per me. Non potevo crederci. Incredibile come arrivino le cose. Proprio ora, che il mio lavoro non va più bene, ecco che arriva un’altra opportunità,migliore, quella che ho sempre desiderato. E ancora una volta, è Anh che mi porta al cambiamento. è lei, l’elemento chiave, quello che muove le cose. Incredibile.
Al lavoro dicevo, non va più bene perchè , la mil mio capo, nonchè la mia prima vera amica qui ad Hanoi, da quando ha deciso di ingrandire il suo business, trasformando il club in un centro di Lingua Inglese, è cambiata completamente. Pensa solo ai soldi ed improvvisamente, trova che il mio modo di insegnare non sia più consono e abbia falle da tutte le parti. Da quasi un mese, si comporta proprio come una stronza con me, sia sul lavoro che sulla vita personale: non perde occasione per umiliarmi davanti ai miei studenti, prendermi in giro e criticare il mio modo di insegnare. Non so perchè tutto sia cambiato così, in un attimo, ma stranamente tutto è coinciso con l’arrivo del mio ragazzo. Conosco le donne, lo sono io stessa, perciò so che nel suo nuovo comportamento, oltre ad un leggero malessere personale, c’è anche un po’ di gelosia. E fa male, perchè insieme abbiamo passato dei momenti bellissimi e adesso, non riusciamo più a connetterci sullo stesso piano.
Poi, è arrivato il tifone. Ieri sera e non ha ancora smesso. Molte strade di Hanoi, come Tran Phu e Le Duan sono quasi completamente allagate. Ma la pioggia non mi ha fermato ;-) mi sono alzata alle dieci (sì, sto recuperando tutte le mie ore di sonno), mi sono preparata e sono andata al Bookstorm vicino a casa mia. Sotto la pioggia scrosciante, ho scelto un libro. Saranno due mesi che non ne compro uno. Ho fatto scivolare le dita sulle copertine dei libri ordinatamente riposti negli scaffali e mi sono lasciata guidare fino alla mia scelta. Un romanzo su due sorelle, un’artista e una suffragetta, nell’Inghilterra del 1914. Mia sorella adesso sobbalzerà sul letto. Già Silvs!
Sono riuscita a trovare un taxi e mi sono fatta portare al cafè per expats, Puku. Mi sono concessa un hamburger e patatine con mocaccino come dessert e ho iniziato il mio libro. Ahhhh questa si che è vita!
Poi, però, è arrivata l’ora del dovere: sono dovuta andare in ospedale per controllare la mia pelle. Da un mese mi gratto a sangue e le croste formano delle macchioline marroni che ho sparse per i piedi, la parte bassa delle gambe e le mani. Sospetto sia di nuovo scabbia. L’avevo già presa in aprile ma pensavo di averla debellata.
All’ospedale francese di Hanoi, una dermatologa mi ha visitata e ha confermato la mia diagnosi. Ho di nuovo la scabbia! Accidenti… per 150 euro (3.100.000 vnd) ho pagato visita e medicine e la dermatologa mi ha dato tutte le istruzioni e persino un permesso scritto di portare Anh a casa mia per guarirla dalla scabbia (perchè a questo punto ce l’ha anche lei) e la polmonite. Quindi nel male direi che è andata bene!
Questo è quanto è successo in quest’ultima settimana. Più o meno :-) Mi sto riprendendo, davvero. Curerò la scabbia, riporterò la mia pelle alla normalità, perderò un po’ di peso, mi rilasserò, cambierò lavoro e forse anche casa. Risparmierò soldi. Ricomincerò da me.