il peggior giorno dla mia vita
Dio che giornataccia che è stata oggi! Veramente è un po’ che la sfiga mi perseguita e sto iniziando ad avercene piene le scatole, sul serio. Adesso so cosa significa avere la sindrome da Vietnam: gli americani non tornavano a casa pazzi per la guerra, quello è il shell shock; no tornavano a casa pazzi, proprio perchè erano stati in questo paese!
Non saprei neanche da dove cominciare a raccontare tutte le cose che mi sono capitate: mi vengono in mente due eventi negativi e due positivi: all4ora il primo negativo risale a due giorni fa: tutta contenta dopo la lezione ai bambini, mi sono recata all’Hanoi Tower in Ba Trieu per fare una spesa veloce per il pranzo di Anh. Ho messo il motore nel parcheggio e ho ricevuto il ticket. Sono entrata al supermercato, ho preso frutta e verdura e sono uscita. Totale minuti passati dentro pari a 6. Raggiungo il motorino, sistemo i sacchi della spesa e inizio a frugare nella borsa in cerca del ticket da restituire. Ma non lo trovo. “Vabbè” mi dico, ” sono l’unica straniera ad aver parcheggiato oggi, hanno fatto due occhi così quando mi hanno visto, si ricorderanno di me. Mi hanno anche parcheggiato loro il motore!”
Mi dirigo verso i parcheggiatori e a gesti spiego di aver perso il ticket. Loro mi indicano una tabella con scritto: “lost ticket= 100.000 dong.” La prima parolaccia parte in diretta. 100.000DONG per un fogliettino 1×2 di carta igienica con stampato sopra un numero! ma stiamo scherzando? ok, in euro sono 4 euro neanche, però se si pensa in dong sono tanti!
Mi calmo un attimo, sorrido e chiedo: “chi devo pagare?” Uno dei tipi indica un altro tipo dentro al gabbiotto, che sta sventolando nella mia direzione un foglio. E questo che cacchio è adesso..
Mi dirigo verso di lui e scopro che tipo una deliberatoria dove registro che ho perso il ticket e che quello che sto per prendere, dato che ho le chiavi e tutto, è il mio motore. Shoccata dal fatto che hanno fatto finta di non riconoscermi, inizio a compilare. Fortunatamente avevo il mio passaporto con me proprio quel giorno, perchè era richiesto il numero. Ma è quando siamo arrivati ai dati del motore che sono iniziati i guai: al colore e alla targa ci sono arrivata, ma il numero di matricola ovviamente, non lo sapevo, essendo il motore preso a noleggio. Ho cercato di spiegarlo ma quelli non capivano. Ho sentito il solito sentimento di frustrazione salirmi dallo stomaco. “Stai calma, Alice, stai calma”. Ogni volta che non riesco a comunicare con una persona qui, mi vengono sempre in mente i rifiuti dei posti di lavoro. Alla fine, sono riusciti a capire ma il problema persisteva: come facevo a scrivere il numero della matricola? Ho chiesto se semplicemente non potevano lasciarmi andare. Mi hanno risposto di no, perchè avrei potuto rubare le chiavi a qualcuno o quel qualcuno potrebbe avere il biglietto. Ho chiesto se stessero scherzando. Mi hanno detto di no. Ho chiesto se non si ricordavano di me quando sono entrata sei minuti prima. Hanno risposto di si. Ho chiesto allora, dove stava il problema, avrei pagato quei 100.000 dong e bona. Mi hanno risposto che non funzionava così, che le regole erano le regole. Ok, le regole sono regole. Seriously??? Di quali regole state parlando??? Non ci sono regole qui, non prendetemi in giro.
Ho frugato nel portafoglio per cercare il numero del noleggiatore. Ce l’avevo a casa. Risultato? Sono tornata a casa in taxi, che per fortuna non era lontana, ho preso il biglietto, sono tornata all’Hanoi Tower e ho chiamato il noleggiatore. Ha risposto la moglie. Non capiva. Stava per buttare giù il telefono. Ho sclerato di brutto. Ha detto che sarebbe arrivata in 10 minuti. è arrivata mezz’ora dopo e ha compilato il resto del foglio e sono potuta tornare a casa.
Poi sono andata a prendere Anh e per fortuna, abbiamo passato una meravigliosa giornata insieme, in casa nostra, perchè fuori c’erano 46 gradi. Le ho cucinato il pesce con il riso e le verdure e lei se l’è mangiato tutto!
L’evento positivo invece è che dopo un colloquio fatto per un centro di inglese, mi hanno richiamato chiedendomi di segnare un contratto per dodici lezioni, due volte alla settimana. In tutto sarebbero 480 dollari. Più di un mese di affitto.. niente male no?
L’altro evento negativo, da farmi uscire di testa invece, è avvenuto proprio oggi: alle undici avevo un altro colloquio, ma sapendo già che avrei avuto difficoltà a trovare il posto, sono partita due ore prima. Come pensavo, non riuscivo a trovarlo, persa nelle stradine tutte uguali di Phuong Liet, un po’ fuori il centro. Allora, ho deciso di parcheggiare il motore di fronte ad un supermercato e prendere il taxi. Mi sono segnata il nome della via e ho fermato il primo taxi che è passato nella via. Ho dato l’indirizzo del posto di lavoro e siamo partiti. Neanche il tassista riusciva a trovarlo. Mi ha smollato in una viuzza minuscola e mi ha lasciato da sola. Ho cominciato a chiedere informazioni e alla fine sono riuscita a trovare il cunicolo che portava all’edificio della scuola.
Il colloquio è andato bene, abbiamo parlato di molte cose e sinceramente mi piace il loro metodo di lavoro. Mi hanno detto che apriranno un ufficio in Cau Giay che è molto più centrale di quello dove stanno ora (è vicino a Kim Ma) e che vorrebbero formarmi come manager di quell’ufficio. A condizione che io lasci tutti gli altri lavori. Non mi va di lasciare gli altri lavori! Sono l’unica cosa che mi rendono felice in questo momento, a parte Anh! E perchè dovrei poi? è una cosa sulla quale devo riflettere molto attentamente..
Comunque sia, prendo un altro taxi per tornare alla piazza dove avevo lasciato il motore. Indovinate? Il tassista non sapeva la strada. Gli mostro la via sul tablet ma niente da fare. Tassisti che non conoscono le strade? Qui ne avete quanti volete!
Allora sono scesa, e ho continuato a piedi. Immaginatevi 45 gradi, mezzogiorno io che cammino con zeppe ai piedi e borsa iper pesante su una spalla. Per di più, non riuscivo a trovare il posto. Un’ondata di panico mi ha attraversato tutto il corpo. Non posso continuare così.. questo paese mi sta facendo uscire di testa.. non posso…
Ho chiamato Lena e Trang che mi stavano aspettando a casa e ho raccontato loro l’accaduto. Ho deciso di andare a casa loro per poter pensare il da farsi come si deve, in un ambiente tranquillo. A casa di Lena, mi sono rilassata un po’ e non so come, ma la stanchezza si è abbattuta su di me in 0.2 secondi. Più che altro spossatezza. Ero spossata da tutto questo. Sono spossata da tutto questo.
Trang ha preso il motore di Lena e mi ha riaccompagnato a Phuong Liet. Rifacendo la strada, sono finalmente riuscita trovare il motore e non vi dico il sollievo che ho provato!
Appena tolto il lucchetto e inserito la chiave, ho salutato Trang e mi sono diretta a casa. Avevo assolutamente bisogno di dormire un paio d’ore.
Ma ci sono arrivata solo alle cinque perchè oggi il traffico era mostruoso e non ho idea del motivo. Davvero, mostruoso. Così le mie due ore di sonno si sono trasformate in 20 minuti.
Poi ho ripreso la strada per andare al centro per la mia lezione.
Ora sono qui, che faccio addirittura fatica a scrivere da quanto sono stanca.. quindi buonanotte a tutti :-)