Euh..
Quindi, eccomi. è già passato un mese da quando sono tornata in Italia. ed è un mese che non scrivblog. Probabilmente vi sarete quasi dimenticati dell’esistena di questo giornale di bordo!. Forse non ho scritto perchè a bordo non mi ci sento più. Credo di essere scesa da qualche parte e di non essermene accorta. Ed adesso, sto cercando ri risalire ma i bordi della nave sono liscissimi e senza un appiglio e non ho assoultamente idea di dove sia la scaletta. Quindi sono in acqua, a bagno in un oceano immenso e la barca è proprio accanto a me, ferma, immboile, che aspetta solo che io salga. Solo che non so come si fa. Esattamente come i protagonisti di quel film horror osceno, avete presente?
Mi vergogno un po’ a scriverlo e a confidarmi con voi, ma so che se aggiornassi il mio blog solo quando mi capitano cose belle, sarei una falsa ed esso perderebbe tutto il significato che per me. O che ha per voi.
Il fatto è che mi sono persa, gente. Persa nel senso vero e proprio della parola: on so più quale sia la mia direzione.
CIoè sono tornata a Rimini per potermi riprendere dalle fatiche e dallo stress post-Vietnam, proprio come un soldato in licenza. Volevo godermi la gioia di rivedere la mia famiglia e di ridere con mia sorella e le mie amiche. Per poche settimane, due, forse tre.
Ed invece sono qui da 28 giorni già. Adesso sono seduta su uno scoglio in mezzo al mare con il cielo girgio ed un unico gabbiano che mi gironzola attorno. Mi faccio un po’ ridere a dirla tutta!
Ovviamente, lo scoglio non è proprio in mezzo al mare, ma a qualche metro dalla riva e collegato alla spiaggia da una serie di altri scogli, ma se guardo solo a destra non vedo altro che il mare grigio-blu, pulitissimo, come solo d’inverso sa essere e mi sento proprio come se fossi Tomi Hanks in Castaway, quando è sulla zattera prima di perdere Wilson.
Sto dilagando comunque. è ora di dirvi perchè sono così giù e depressa: prima di tutto, come già sapete, non lavoro più come insegnante, ma questa non è una cosa tanto negativa, perchè avevo perso la voglia di insegnare già da un po’.
Ho iniziato a mandare cvs a tutte le ONG possibili, ma nessuno mi ha mai risposto. Strano perchè chiedono tutti una persona che conosca Inglese e Francese, che abbia esperienza nell’insegnamento e nel volontariato. Mi pare che siano tutte qualità che compaiano anche nel mio profilo. Cos’è che non va quindi? La mia filosofia di pensiero mi ha sempre rassicurato, dicendomi che se nessuno ancora mi aveva invitata ad un colloquio è perchè non è il lavoro giusto per me, che il mio destino è un altro, che il lavoro perfetto deve ancora arrivare.
Allora mi sono data da fare con il mio progetto, che mi piacerebbe tra l’altro, condividerlo con voi. Ce l’ho in mente già da un po’: voglio istituire una struttura di accoglienza per ragazze madri, donne abusate ed ex prostitute; una struttura nella quale possano sì, trovare rifugio, ma anche ricevere l’educazione che manca loro e un job’s training, per tutti quei lavori che non necessitano di un diploma, quali sarta, cameriera, nanny etc. In questo modo, queste donne potrebbero rifarsi una vita, essere integrate nuovamente nella società, mantenere i loro figli invece di abbandonarli e stare lontano da gravidanze indesiderate.
Questo sarebbe il mio gran progetto. La mia massima aspirazione nella mia vita professionale. Ma per farlo ci vogliono i soldi. Così, sono andata in cerca di finanziamenti: ho mille idee su come trovare i soldi ed ho persino ricevuto qualche sì entusiasto, ma sembra già essere volato via, chissà dove.
E allora mi viene da mandare a quel paese tutto. E qundo sono triste, amareggiata e abbattuta (come adesso), penso sempre alla Corea. Sempre. E così, di getto, scrivo mail e mando cvs a tutte le ong coreane, ma anche a loro, sembra che io non vada bene.
Nelle vite precedenti devo avere fatto sicuramente qualcosa di terribile e ossere stata una stronza maledetta se adeso mi capitano queste cose.
Nel massimo della mia autocommiserazione mi viene da dire a me stessa e all’universo karmico, che mi piego al mio destino di sfigata e sconterò la pena di una vita di disastri professionali e amorosi, se questo aiuterà a chiudere il cerchio. Magari nella prossima vita, la mia anima riuscirà ad avere tutto quello che ho sempre voluto io.
Basta così per oggi, credo di avervi depresso abbastanza. Mi dispiace! Ma come ho detto, se non scrivessi anche di questo, non sarei onesta e pensereste che il massimo del dramma che mi sia capitato, sia aver scoperto le conversazioni su facebook di un ex ragazzo vietnamita e della sua nuova fidanzata emo.