Archive for novembre, 2013

  • così.. questa è la fine?

    Eccomi qui, di nuovo a scrivere, questa volta da Rimini. Sono tornata a casa. Per la terza volta nhé! Però a quanto pare, quest’ultima, sembra essere definitiva.
    Beh, che dire? è sempre brutto dire addio alle cose e alle persone. Credo che tutti voi l’abbiate sperimentato almeno una volta nella vita, giusto? Per fortuna mia, la maggior parte dei miei addii non sono mai stati definitivi e così anche quelli al Vietnam, ad Anh, a Mi, sono solo un “arrivederci”, un ” tam bièt”.
    Anche se fa male, come ho già scritto nel mio ultimo post su Facebook in diretta da Hanoi, il mio animo è leggero. Perché so che questa volta, non perderò nessuno, come mi è già successo in passato, e la mia ferita di abbandono non si è riaperta. So che Mi, rimarrà sempre la migliore amica con la quale ridere e inventarsi nuove cavolate ogni giorno, Anh, resterà sempre la mia piccola bimba,forte e coraggiosa come solo lei sa essere. E che Hanoi, rimarrà sempre la città caotica, incoerente, vibrante di energia nella quale ho vissuto i dieci mesi più significativi del mio ” percorso esistenziale”.

    Che cosa farò adesso?? Beh, qualche idea ce l’ho, ma è tutto un gran punto interrogativo:
    innanzitutto, è da un po’ che penso di trasformare questo blog in un libro, magari da pubblicare proprio in Vietnam.. sarebbe fantastico! che dite? Ho iniziato a riscrivere tutto agli inizi di Agosto, come mezzo di sfogo e per riacquistare la calma. Vediamo che cosa salta fuori!

    Poi, vorrei continuare a lavorare nel mondo delle ONG; per me, è questa la mia strada. Voglio fare questo.
    Ma sembra essere molto difficile al momento, perciò ho deciso di guadagnare due anni di tempo, prendendo un master, che potrebbe facilitarmi le cose nel campo lavorativo. Ho guardato un po’ su internet e, ancora una volta, la Corea mi è saltata agli occhi, questa volta come paese ospitante una delle cinquanta università migliori al mondo, per l’indirizzo politico e sociale. L’università in questione è la Kyung Hee University e il master sarebbe quello di Peace Studies. Programmone: professori con un passato nelle NGOs, stages al ministero degli esteri, in sedi di NGOs e così via. F.A.V.O.L.O.S.O
    Il costo non è proibitivo e l’anno comincerebbe a settembre, quindi ho il tempo per trovarmi un lavoro in modo da pagarmi gli studi.. ma anche questo è un grande scalino! quindi, se qualcuno di voi avesse suggerimenti o amici che cercano un impiegato, vi prego, messaggiatemi!

    Ah, prima di terminare l’articolo di oggi, ci tengo a dire che non ho nessuna intenzione di chiudere il blog, anche se le mie esperienze in Vietnam, al momento sono finite.

    Mi piacerebbe moltissimo se continuaste a seguirmi nhé! :-)))

    allego qui, il blog di Mi che ha iniziato da poco e nel quale potrete trovare i nostri video imbarazzanti e farvi due risate! www.midoan.blog.com

    Ciaoo!!!!

  • l’ultima settimana. terzo, quarto equinto giorno.

    È martedi mattina, sono le 10, quasi, e sono seduta ad un tavolino di Paris Baguette, sorseggiando the, invece del mio solito Mocha latte. Questo repentino cambiamento è dovuto al fatto che domenica notte sono stata cosi male come non mi succedeva da tempo; vi risparmio i particolari su quali malattie io abbia sofferto, ma diciamo che non è stato altro che uno sfogo psicologico: domenica, infatti è stata una giornata un po’ particolare, che ha segnato in modo piuttosto indelebile, questo ritorno. Vediamo di raccontarla al meglio: la mattina mi sono svegliata abbastanza tardi, dato che sabato sera me l ero spassata bellamente insieme a Mi, Ngan e qualche amico, fra cui il G-dragon vienamita ( G-dragon è un cantante coreano, fra i miei preferiti), al The Bank, un locale favoloso in Hai BA Trung street. Siccome Mi,si è ubriacata abbastanza da farsi venire a prendere da AD, mi ha lasciato il motorino ed io ne ho approfittato per portare mia zia in giro per la città: il west lake, Xa Dan street, kim Mã, đoi can, la mia vecchia casa nella quale ho vissuto da volontaria e persino il Cung, alias lo studyhalley. Questa ultima tappa in particolare, mi ha fatto tremare un po’ le gambe. Infine l’ ho portata alle Vincom Tower, in BA trieu street, dove abbiamo pranzato al Saint Honoré, il ristorante francese dove mi portava sempre il businessman inglese.
    Verso le tre, ho lasciato mia zia in appartamento e sono corsa da Mi. Siamo rimaste un’oretta a fare le nostre solite cavolate e poi sono dovuta correre al Royal city dove avrei douto incontrare il mio studente, quello ricco, di dieci anni e la sua mamma. Per un mese mi ha tormentato chiedendomi di vederci perchè gli mancavo e sinceramente anche io avevo voglia di rivederlo! Ma quando sono arrivata al Royal City, scambiati i saluti di ricorrenza con sua mamma e scattato un po’ di foto, lei se ne è andata e mi ha lasciato da sola con suo figlio. Cioè, non so se mi spiego… tipo apputamento. E il ragazzino era nervoso come ci si aspetta di essere ad un primo appuntamento. Ma che cacchio?! Non sapevo cosa fare.. cosi gli ho hiesto cosa volesse fare lui: cosa si fa di pomeriggio con un bambino di dieci anni? Cinema? Gelato? No, lui voleva andare alla sala giochi. Cosi ci siamo andati. Ho pagato io eh.. e a dirla tutta mi sono divertita un casino! Abbiamo giocato a quei videogames tipo street fighter, siamo stati sulle autoscontro… poi gli è venuta fame ed è voluto andare al Lotteria, il fast food coreano: abbiamo ordinato pollo fritto e patatine e.., ha pagato lui.
    Come è finita? Lui se ne è andato su un taxi ed io sono tornata da Mi.
    Mi dispiace, ma per noi, non c è futuro.
    Potete immaginare la faccia e le risate di Mi quando le ho raccontato tutto: in dieci minuti sono diventata lo zimbello della famiglia! -.-”tutte a me capitano, non c’è nulla da fare.

    Poi è arrivato AD. E credo che i miei dolori di stomaco siano iniziati in quel momento: stavamo parlando della possibilità per Mi di venire in Italia a fare un summer course di Fashion Design che potrebbe aiutarla molissimo neella sua carriera, quando lui ha comiciato a dirle che è impossibile, che costa troppo, che non c è futuro, che dovrebbero sposarsi invece…
    Per la prima volta da quando lo conosco, gli ho tenuto testa: ho risposto e rovesciato tutte le sue tesi e le sue opinioni, ma vedevo che avevano avuto comunque effetto sull’umore di Mi.
    In quel momento l’ho proprio detestato. Di un odio profondo. Credo sia stato il fatto che mi abbia proprio buttato in faccia tutte le cose che odio di questo paese: la pigrizia, la mancanza di fiducia nelle cose e nelle persone, i tradimenti cosi facili, l’ambiguità, il rapporto scorretto tra uomo e donna. Tutte cose che ho vissuto. Tutte cose che mi hanno ferito nel profondo. Tutte cose sulle quali devo lavorare.
    E come ciliegina sulla torta, proprio mentre stavo andando via, è arrivato Tung: ogni volta che siamo nella stessa stanza, un imbarazzo gelido si instaura fra noi e riempie l’aria e tutti gli angoli. E ogni persona presente lo avverte.

    Lunedì, l ho passato a letto. A pensare e a dormire.
    Sono convinta che il mio tempo ad Hanoi, sia davvero scaduto. Ho vissuto questi dieci mesi al pieno delle mie possibilită, con tutta me stessa. Ho preso e dato, tutto quello che potevo prendere e dare.
    Riguardo ad Anh, so che molti fra voi saranno delusi o si arrabbieranno per la mia scelta. Ma sappiate che non la sto abbandonando. Non è un addio il nostro. Ho avuto modo di osservarla in questi giorni: è un po’ triste dirlo, ma si è abituata alla sua condizione. Ed è forte. Lo vedo. Può farcela. Può aspettarmi.

  • il ritorno. l’ultima settimana. secondo giorno

    Questa mattina mi sono “svegliata” dopo aver dormito per due ore( alla fine i ricordi sono finiti e il sonno ha potuto prendere il suo posto), ho accompagnato mia zia a prendere una brioche alla mia pasicceria di fiducia, in una traversa di chau long street, proprio attaccato a casa mia e le ho fatto dare un primo tour della città: la cittadella imperiale in hoang dieu street, il palazzo presidenziale e il mausoleo e poi l’ ho portata al mio negozio preferito, antiq in dien bien phu. Man mano che le mostravo le strade, i luoghi e gli angoli he ho frequentato nell’ultimo anno, altri ricordi hanno preso il sopravvento:
    ‘Oh guarda! È qui che mi hanno fermato quei poliziotti del cavolo!’
    ‘Questo negozio invece è dove ho fatto più shopping in tutta la mia vita, mi ci ha portato Mi’. Per ogni foto che scattava mia zia, io avevo un anneddoto da raccontarle.
    È strano, come i ricordi possano trasformare la realtà vero? Insomma, mentre parlavo, mi sembrava he Hanoi fosse la città più bella nella quale avessi mai vissuto e che persino le cose che non ho mai sopportato e che mi facevano uscire di testa ( come la gente che non sa guidare, lo smog, l’umidità, i tassisti che fregano, le persone che mi hanno imbrogliato) siano diventate ormai, dei teneri e divertenti pezzi per il mio museo di memorie.
    Verso le undici, la proprietaria dell’appartamento ê vwnuta a riscuotere i soldi dell’affitto e io le ho annuciato che questa, sarebbe stata l ultima settimana per me, nell appartamento. Ormai si metteva quasi a piangere e non credo fosse per i soldi perhê la mia penale se l è presa comunque.
    Quando se ne è andata, mia zia ed io ci siamo guardate attorno e abbiamo cominciato ad impacchettare le mie cose. Abbiamo riempito sei sacchi di vestiti da dare alle ragazze dell’orfanotrofio e un altro sacchetto con i vestiti vecchi di Anh. Quando ho preso e ripiegato tutte le tutine, e i calzoncini, non ho resistito e tra le lacrime, ne ho messi un paio in valigia: il vestitino giallo che indossava quella volta allo zoo, la tutina bianca con le coccinelle che le avevo comprato da H&M e quella che con la scritta “born in the year of dragon”.

    E poi sono andata all’orfanotrofio. E sono corsa da lei. E lei mi ha guardata, con il suo solito broncio, come se all inizio non capisse chi fossi, per poi scavalcare un bambino e con mia grande sorpresa, scendere da sola dal letto e venire CAMMINANDO da me. Proprio come nel sogno che ho fatto due giorni prima di partire. La mia bimba aveva imparato a camminare nel frattempo. Senza di me. E questo mi rende doppiamente fiera perchè è una bambina più forte dei suoi coetanei ‘normali’.
    Siamo rimase abbracciate tutto il tempo. Poi verso l ora di pranzo, ho condiviso il pasto con le nannies, seduta sul pavimento della camera, con Anh ancora saldamente attaccata alla mia pancia.

    Dopo l’orfanotrofio, ho portato mia zia al PAris BAguette, dove io e Mi ci incontravamo sempre per discutere di lavoro e parlare di cavolate varie. E per tradizione ê proprio quello che abbiamo fatto: una stupidaggine dietro l altra, senza fine, per disgrazia di mia zia che ha perso il filo dopo dieci minuti.
    Dopo Paris BAguette, ha seguito il Korean restaurant, sempre come tradizione, dove ci siamo abbuffate di bibimpap. Però niente da fare,a mia zia l asiatico non piace.
    Infine siamo salite allo studio e li c erano tieu bao, Ad e Gizmo che stavano filmando una clip.proprio come sempre.

    La sera, mia zia ha dato forfait ed io invece sono uscita con Mi e gli altri! Siamo andati prima a bere qualcosa nella stradina dove ci sono solo bar, nel centro storico, e della quale, putualmente, non mi ricordo il nome; poi io,Mi ed Ad siamo andati al Dragonfly 2.0: io e Mi ci siamo sedute al banco del bar mentre Ad ha cominciato a fare i suoi numeri di magia alle persone che riempivano il locale.
    Mi sono guardata intorno: dio, mi sentivo cosi bene! Mi ed io, vestite bene, che facciamo follie, le risate con i ragazzi, il pomerigio speso con Anh. La mia vita nella sfavillante, confusionaria, contradditoria, viva città di Hanoi. E come la città, anche io mi sento viva. E sfavillante. E confusionaria. E contradditoria.

  • il ritorno. l’ultima settimana. primo giorno

    Eccomi tornata nella cittá piú pazza del mondo!
    Dopo un volo interminabile ( non capisco perchè mi riesce sempre più difficile sopportare di stare seduta per 14 ore di fila) io e la mia accompagnatrice (nientepopodimenoche mia zia PAtty), superati i soliti controlli, recuperati i nostri bagagli e preso un taxi grazie al quale ho dovuto rispolverare i vocaboli viet che non uso da due mesi, siamo arrivate al mio appartamento.
    Ora, come ormai avrete tutti capito, sono una persona abbastanza emotiva e che si fa perendere molto, forse troppo, da ogni cosa, ogni singolo momento che vive; perciò perdonatemi se questo articolo vi sembrerà troppo melenso e nostalgico.
    Dunque, dov’ero? Ah si,a me e mia zia davanti alla porta automatica ( lentissima) del mio appartamento: bene, appena ho preso in mano il mazzo di chiavi dopo 60 giorni precisi… mi ê venuto da piangere. E le lscrime sono scese ancora di più quando ho salito le scale fino al 4 piano, ho aperto la porta e ho rivisto il mio letto, la scrivania con i miei documenti e le agende di lavoro, i miei libri, il boudoir con le migliaia di creme, la cucina con la macchina per il riso al vapore e tutti i miei vestiti, giacca coreana in primis, nel mio armadio.
    ” I am back baby oi” ho salutato.
    Mentre mia zia si rinfrescava e si guardava in torno, ho chiamato Mi.
    ” Mi oiiiiii!!!! I am back nhé!! I am here in my apartment!” Ho urlato quando lei ha risposto alla chiamata.
    Le urla altrettanto forti di Mi, mi sono arrivate due secondi dopo.
    Dio mio, non ci potevo credere. Sentirla al telefono, dirle che in un’ora sarei stata da lei, nella sua casa in thanh xuan district, come una volta… mi ha esaltato!

    I can’t believe I am texting you to ur phone. Mi mi ha scritto subito dopo la chiamata.

    In un’ora precisa, mi sono fatta la doccia, vestita, sistemato alla bell’è meglio la faccia, messo tutto nella borsa, compreso il mio tablet, che è tornato alla vita con la copertura wifi CHE QUI HO OVUNQUE, ho preso le chiavi e sono uscita. Dato che il motorino è ancora rotto, ho dovuto prendere il taxi.
    Esaltatissima per il fatto di ricordarmi ancora il vietnamita, ho detto baldanzosa al tassista:
    ” xin chào Anh. Em muổn đi Royal City!”
    Siccome non mi ricordo mai come si chiama la via di Mi, una volta arrivata al Royal City, devo sempre dare le indicazioni sul momento, per arrivarci.
    Una volta scesa dal taxi, mi guardo intorno. Dio, questo posto. Casa di Mi, non è solo la sua, ma è anche casa di Tung.
    Menre venivo qui, non ho pensato al fatto che avrebbe potuto esserci anche lui oggi. Ho guardato l’orologio: 12.30. Si deve essere a casa.
    “Ti prego, fa che sia in camera sua, fa che sia in camera sua.”
    Imbocco il vicolo, saluto la signora che sta sempre seduta in un angolo e che mi ha fatto una festa incredibile e arrivo al portone. Busso. Vedo un’ombra che arriva ad aprirmi. La porta si apre e mi trovo di fronte a Tung. Facce sconvolte, la mia e la sua.
    “Oh hi” dico.
    “Oh hi! How are you? ” mi dice lui sorridendomi.
    Che? Mi parla adesso? Per fortuna con lui c è anche T-fresh, uno dei nostri amici, il mio preferito rra i ragazzi di Halley crew. Ero felicissima di vederlo!
    Abbiamo parlato un po’ e poi ho chiesto dove fosse Mi e lui mi ha detto che era di sopra, in camera. Ho fatto le scale saltando i gradini e ho aperto la porta della camera e Mi era propeio li, mani davanti alla bocca e occhi sgranati.
    Siamo scoppiate a ridere come delle sceme in preda all’emozione e ci siamo gettate l’una nelle braccia dell’altra.
    ‘You’re hereeeeee!!!’ Continuava a ripetere Mi.
    Quando ci siamo calmate, ho potuto darle tutti i regali che avevo comprato per lei. E lei mi ha dato il vestito che aveva fatto per me. :) la adoro!
    Il pomeriggio è stato una sorpresa per me: io e Mi siamo andate al cinema. Con T-fresh. E Tung. Ma che cacchio..?
    La farò molto breve subquesto punto: dopo il cinema siamo andati a bere trà đà al nostro solito posto in ba trieu street. E per tutto il tempo durante il quale siamo stati insieme, Tung ha cercato di parlarmi, facendomi domande, mostrandomi dei video del suo lavoro… ed io me ne sono altamente fregata. Che soddisfazione!
    Verso sera ho recuperato mia zia e l ho portata a mangiare insieme ai miei amici, al gecko, un ristprante nell’old quarter, per turisti.
    Vedere di nuovo tutti i miei amici è stato semplicemente fantastico!
    Di notte, invece, non sono riuscita a dormire. Ero troppo esaltata dal mio ritorno. Ho cercato di concentrarmi sul sonno ma poi ho lasciato che i ricordi prendessero il sopravvento su di lui. Uno ad uno, tutti i momenti, belli e brutti, sono arrivati alla mente prima, ed ai miei occhi poi; ho visto me ed Anh passeggiare lungo Truc Bach, i pomeriggi pigri allo studio con Mi e gli altri, il braccio di Tung sulla pancia mentre la luce dell’alba riempie l’appartamento.