Archive for novembre 22nd, 2013

  • il ritorno. l’ultima settimana. secondo giorno

    Questa mattina mi sono “svegliata” dopo aver dormito per due ore( alla fine i ricordi sono finiti e il sonno ha potuto prendere il suo posto), ho accompagnato mia zia a prendere una brioche alla mia pasicceria di fiducia, in una traversa di chau long street, proprio attaccato a casa mia e le ho fatto dare un primo tour della città: la cittadella imperiale in hoang dieu street, il palazzo presidenziale e il mausoleo e poi l’ ho portata al mio negozio preferito, antiq in dien bien phu. Man mano che le mostravo le strade, i luoghi e gli angoli he ho frequentato nell’ultimo anno, altri ricordi hanno preso il sopravvento:
    ‘Oh guarda! È qui che mi hanno fermato quei poliziotti del cavolo!’
    ‘Questo negozio invece è dove ho fatto più shopping in tutta la mia vita, mi ci ha portato Mi’. Per ogni foto che scattava mia zia, io avevo un anneddoto da raccontarle.
    È strano, come i ricordi possano trasformare la realtà vero? Insomma, mentre parlavo, mi sembrava he Hanoi fosse la città più bella nella quale avessi mai vissuto e che persino le cose che non ho mai sopportato e che mi facevano uscire di testa ( come la gente che non sa guidare, lo smog, l’umidità, i tassisti che fregano, le persone che mi hanno imbrogliato) siano diventate ormai, dei teneri e divertenti pezzi per il mio museo di memorie.
    Verso le undici, la proprietaria dell’appartamento ê vwnuta a riscuotere i soldi dell’affitto e io le ho annuciato che questa, sarebbe stata l ultima settimana per me, nell appartamento. Ormai si metteva quasi a piangere e non credo fosse per i soldi perhê la mia penale se l è presa comunque.
    Quando se ne è andata, mia zia ed io ci siamo guardate attorno e abbiamo cominciato ad impacchettare le mie cose. Abbiamo riempito sei sacchi di vestiti da dare alle ragazze dell’orfanotrofio e un altro sacchetto con i vestiti vecchi di Anh. Quando ho preso e ripiegato tutte le tutine, e i calzoncini, non ho resistito e tra le lacrime, ne ho messi un paio in valigia: il vestitino giallo che indossava quella volta allo zoo, la tutina bianca con le coccinelle che le avevo comprato da H&M e quella che con la scritta “born in the year of dragon”.

    E poi sono andata all’orfanotrofio. E sono corsa da lei. E lei mi ha guardata, con il suo solito broncio, come se all inizio non capisse chi fossi, per poi scavalcare un bambino e con mia grande sorpresa, scendere da sola dal letto e venire CAMMINANDO da me. Proprio come nel sogno che ho fatto due giorni prima di partire. La mia bimba aveva imparato a camminare nel frattempo. Senza di me. E questo mi rende doppiamente fiera perchè è una bambina più forte dei suoi coetanei ‘normali’.
    Siamo rimase abbracciate tutto il tempo. Poi verso l ora di pranzo, ho condiviso il pasto con le nannies, seduta sul pavimento della camera, con Anh ancora saldamente attaccata alla mia pancia.

    Dopo l’orfanotrofio, ho portato mia zia al PAris BAguette, dove io e Mi ci incontravamo sempre per discutere di lavoro e parlare di cavolate varie. E per tradizione ê proprio quello che abbiamo fatto: una stupidaggine dietro l altra, senza fine, per disgrazia di mia zia che ha perso il filo dopo dieci minuti.
    Dopo Paris BAguette, ha seguito il Korean restaurant, sempre come tradizione, dove ci siamo abbuffate di bibimpap. Però niente da fare,a mia zia l asiatico non piace.
    Infine siamo salite allo studio e li c erano tieu bao, Ad e Gizmo che stavano filmando una clip.proprio come sempre.

    La sera, mia zia ha dato forfait ed io invece sono uscita con Mi e gli altri! Siamo andati prima a bere qualcosa nella stradina dove ci sono solo bar, nel centro storico, e della quale, putualmente, non mi ricordo il nome; poi io,Mi ed Ad siamo andati al Dragonfly 2.0: io e Mi ci siamo sedute al banco del bar mentre Ad ha cominciato a fare i suoi numeri di magia alle persone che riempivano il locale.
    Mi sono guardata intorno: dio, mi sentivo cosi bene! Mi ed io, vestite bene, che facciamo follie, le risate con i ragazzi, il pomerigio speso con Anh. La mia vita nella sfavillante, confusionaria, contradditoria, viva città di Hanoi. E come la città, anche io mi sento viva. E sfavillante. E confusionaria. E contradditoria.