Archive for settembre, 2014

  • novità su tutti i fronti

    trovare un titolo giusto per i miei articoli sta cominciandoad essere difficile e dopo un anno che scrivo e parlo di Hanoi e della mia vita qui, ho paura di cominciare ad essere ripetitiva e di non riuscire a trasmettere tutto quello che provo, vedo vivo, come prima. Il fatto che scriva con meno frequenza è sicuramente indice di più tranquillità e regolarità, nel senso che al momentla mia routine non è sconvolta da teatrali colpi di scena o imprevisti come l’anno scorso, ma è semplicemente.. routine. tutti i giorni mi alzo, incontro le associazioni locali, porto avanti i compiti della giornata, mangio con Mi ed i suoi genitori ( no Tung non c’è quasi mai, è sempre dalla sua futura moglie e quando siamo nella stessa stanza non alza mai gli occhi), vado in palestra con Loic un paio d’ore e ritorno al lavoro. La sera Mi ed io facciamo un giro con Elton e gli altri amici oppure stiamo tranquillamente a casa a guardarci un film coreano.

    In orfanotrofio purtroppo, ci sto andando molto di meno: le ragioni sono diverse; in primis c’è la lotta interna che sto vivendo sulla scelta migliore da fare per Anh: come ho scritto nell’articolo precedente, riabituarla a me e poi riandarmene per qualche mese per poi ritornare di nuovo, non è una buona idea per quel che riguarda lo stato psicologico della bambina. Inoltre, vederla, sapere che in fondo a sè stessa, sa chi sono, ma allo stesso tempo dovere tenere le distanze da lei, non poterla abbracciare e coccolare come facevo prima perchè è diventata così diffidente… fa molto ma molto male.

    anche oggi per esempio, quando sono arrivata, ci siamo guardate, lei con il suo solito visetto serio e quegli occhi così pieni di tutto, io, con le lacrime che lottavano per uscire (come sempre, quando arrivo a Bo De). ma non si è alzata per venirmi incontro, non ha urlato” Me!” come era solita fare ogni volta che sbucavo dalla porta della sua stanza.. e ogni volta è come un piccolo taglio nel mio cuore, nella mia anima.

    In più adesso, c’è l’infezione agli occhi che gira, e fra i 15 bambini che sono rimasti a Bo De, 10 l’hanno presa. con me stamattina c’era anche Xuan, l’insegnante della scuola dentro all’orfanotrofio. mi ha detto che lei continua a venire ogni giorno e che ha già comprato le medicine ma che non sono abbastanza. Mi ha anche detto che adesso il cibo comincia a scarseggiare e che lei stessa ha portato 6 polli e 2 sacchi di riso da casa per i bambini. mi farà una lista di tutte le cose che hanno bisogno così vedrò cosa posso fare. Non so quale ia la ragione, ma c’è qualcosa in quei bambini che mi fa venire voglia di combattere per loro, di proteggerli. di vederli crescere sani e forti. dopottutto, sono anche loro i miei bambini.

    un’altra novità è che il ragazzo della patente si è fatto vivo alla fine. Tommy, così si chiama, mi ha chiamato sabato sera per uscire. siamo usciti insieme a Mi, Elton e Loic, perchè era il compleanno di Mi. siamo stati molto bene insie, abbiamo persino avuto tempo di parlare.. e gli ho restituito la patente! lavora nel reparto logistico della Hundai. Suo padre ha un’azienda qui ad Hanoi, mentre sua mamma vive negli stati uniti dove lui stesso ha vissuto per 8 anni. Ah, è coreano comunque. :-)) domenica siamo andati a pranzo insieme e avremmo dovuto andare anche a cena ma il suo capo l’ha chiamato. ( sì  è vero non è una scusa nhe).

    vediamo che altro succederà con lui ;-)

    anh and me anh

  • vento fresco ad Hanoi..e tanti pensieri.

    ieri sera e per tutta la notte, un temporale fortissimo si è abbattuto su Hanoi, costringendo tutti a ritanarsi in casa. ma, la mattina dopo ci siamo svegliati con un vento straordinamente fresco che entrava dalla finestra e che per una volta, rendeva superflua l aria condizionata. una sensazione meravigliosa.. quasi surreale!
    il vento fresco peró, non ha portato solo sollievo alla mia pelle di solito appiccicosa e sudaticcia, ma anche molti pensieri: sono pensieri arrivati piuttosto spontaneamente, in seguito ai miei primi giorni di rientro in questa splendida e contraddittoria città. è strano a dirsi ma, tornando qua dopo un anno di assenza, la realtà della vita che avevo vissuto prima e quella che avrei potuto vivere se avessi compiuto scelte diverse, mi sono state presentate molto chiaramente. ho capito infatti, come prima io avessi lasciato la bruttezza invadere qualsiasi aspetto della mia vita. ero praticamente circondata: non solo all’orfanotrofio, ma la relazione con Tung ,il lavoro con Lena… era tutto un susseguirsi di brutti momenti, delusioni, tristezza.. invece adesso, frequentando anche un altro tipo di ambiente e altri amici, ho potuto finalmente vedere e capire che non sono costretta a rimanere in quella situazione, ma che anzi, posso vivere nella bellezza. se per scelte di lavoro, sono a contatto con situazioni critiche e spiacevoli, quando torno a casa e nella mia vita privata, al contrario, posso scegliere le.cose belle e piacevoli della vita: posso scegliere di andare in palestra la mattina e prendermi cura di me stessa. posso scegliere di mangiare un pasticcino al cioccolato senza sentirmi in colpa per il fatto che probabilmente, quella ragazzina che vende stracci all’angolo dellas trada non ne ha mai assaggiato uno…

    Posso uscire la sera e divertirmi nei locali più belli con i miei amici e il giorno dopo andare a trovare Anh all’orfanotrofio..

    Già Anh, questo è un altro punto importante della mia storia: quando domenica, sono andata a vederla e l’ho vista così diffidente nei miei confronti perchè ovviamente non mi aveva riconosciuta sul momento e quando l’ho osservata muoversi con sicurezza fra gli altri bambini, bella come sempre, sana (per fortuna) ho cominciato a chiedermi se veramente, tornare da lei tutti i giorni, riabituarla a me, farle vedere com’eravamo prima e poi riandarmene tra un mese e lasciarla di nuovo, sia la cosa giusta, la scelta migliore. Anh è la mia bambina, le voglio un bene oltremisura, che non si può spiegare e farei di tutto per lei, persino decidere di lasciarla vivere in pace, tranquilla, fino a quando non sarò certa di poterla tenere realmente con me.

    a questo proposito, mi sono anche documentata con una associazione di adozioni italiana che mi ha delucidato sulle ultime leggi in merito: anche in Vietnam adesso bisogna essere sposate e da almeno due anni. quindi al momento, direi che non è proprio il momento per me, soprattutto perchè la parte di trovare una persona da amare e che ami Anh quanto la amo io, è molto ma molto ma molto difficile.. soprattutto se continuo ad incontrare ragazzi che mi lasciano la patente di guida e poi non si fanno sentire per una settimana…

     

  • Riunite.

    allora, devo scrivere sugli ultimi due giorni trascorsi:  ieri mattina ho avuto il pimo incontro di lavoro con il project officer di una ong italiana. siamo andati a pranzo in un ristorantino sul west lake e lì ho mangiato un pho bo spettacolare (mi mancava tantissimo!). Luca, così si chiama, mi ha dato moltissime informazioni utili per il progetto e mi ha persino prestato un libro nel quale ci sono tutti i decreti e le regole per le ong internazionali in Vietnam.

    Il pomeriggio invece, l’ho speso a dormire ( vergogna) perchè ero talmente stanca dalla serata precedente, dal jet leg etc, che gli occhi mi si chiudevano da soli!!

    per cena, Mi ed io, siamo state invitate da Loic, il ragazzo belga che ho appena conosciuto, a mangiare nel ristorante dell’albergo 4 stelle che suo padre gestisce al momento. è stata une cena piuttosto surreale in questo contesto hanoiano: Mi, io, Elton ( un altro nostro amico)e Loic, seduti composti ad una tavola rotonda, a mangiare cibo vietnamita di alta cucina, sorseggiare vino bianco e rispondere educatamente alle domande del padre di Loic.

    Dopo cena però, ci siamo scatenati!! per prima cosa, siamo andati all’hair of the dog, nell’old quarter (meta obbligata). siamo saliti al secondo piano questa volta, dove l’atmosfera era più tranquilla e rilassata e si può ballare scalzi. e questo, è  il momento di uno dei miei incontri fortuiti :-) Mi ed io volevamo una  certa canzone ed ho deciso di andarla a chiedere al dj. quando arrivo sotto la console, un ragazzo mi si avvicina e mi chiede di cosa avessi bisogno (in inglese). io lo guardo meglio: pelle chiarissima, muscoloso, abbastanza alto, naso dritto occhi a mandorla e capelli neri. Coreano. senza dilungarmi troppo nelle descrizioni, salto al dunque e cioè che dopo aver parlato per un po’, ci siamo scambiati i biglietti da visita e io gli ho detto di fare un salto al the bank, dove saremmo andati io e gli altri a breve.

    La serata al the bank è andata avanti fino all’1 del mattino quando il locale ha chiuso, senza che il ragazzo coreano si facesse vedere. ma siccome nessuno di noi si sentiva  proprio stanco, abbiamo deciso, per caso, di andare al Phuc Tan, un locale sulla riva del fiume dove ero già stata con Benjamin e gli altri ragazzi francesi. E sopresa.. lì chi incontro? il ragazzo coreano!!

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    abbiamo parlato ancora, a lungo e mi ha presentata ai suoi amici che non potevano credere al fatto che parlassi la loro lingua.. insomma la serata è finita con un semi appuntamento con data da destinarsi, e la sua patente nel mio portafoglio! sono proprio curiosa di vedere come andrà a finire questa storia.. soprattutto dato il fatto che ho la sua patente!

    ma adesso, passiamo alle cose serie: questa mattina sono andata a prendere il motorino che il babbo di Loic mi ha trovato ad un prezzo stracciato. Per un paio d’ore non ho fatto altro che girare per la città, godendomi il traffico ( sì, proprio così), notando che i miei riflessi sono ancora pronti e prendendo confidenza con il nuovo stradario di Hanoi. Infatti, molte strade sono cambiate: all’altezza di Xa Dan, hanno fatto un piazzale gigantesco, mentre in Kim Ma, hanno costruito una strada rialzata che passa accanto alla Lotte Tower appena terminata.(è bellissima ed è l’edificio più alto della capitale).

    Poi però, mentre giravo senza meta, il desiderio di prendere la strada per Bo De si è fatto sempre più forte: in teoria avrei dovuto aspettare di ricevere il numero dell’insegnante vietnamita che era rimasta da sola insieme a Gerwitt a monitorare la situazione nei giorni più bui ma mi sono detta che se fosse rimasto qualcuno del vecchio personale della reception o qualche nanny mia amica, sarei stata riconosciuta e avrei potuto entrare tranquillamente.

    Premetto che Projects Abroad mi ha scritto una mail nella quale si diceva che assolutamente non si poteva più entrare…

    ed invece sono entrata. in lacrime perchè non appena ho preso il ponte che separa Hanoi da Lang Bien, esse  hanno cominciato a colarmi dagli occhi, a ritmo quasi furioso. quando sono entrata nel parcheggio dei motorini, i parcheggiatori erano gli stessi emi hanno riconosciuto: ci siamo abbracciati e non mi hanno fatto pagare il parcheggio. è stato bello. quando sono entrata nel cortile, ho visto subito che tutto è cambiato: l’orfanotrofio era immerso nel silenzio, non si sentivano più gli schiamazzi dei bambini o le urla delle nannies. niente. mi sono gettata letteralmente in quella che speravo essere ancora la camera di Anh eho paerto la porta. Lei non c’era, ma al suo posto c’erano altri bambini che ricordavo piccolissimi e che adesso invece camminavano e mi chiamavano Chi oi.

    sono uscita dalla stanza velocemente per guardami attorno: e l’ho vista. era due porte più in là, in piedi davanti alla porta che mi fissava. non ce l’ho fatta a trattenermi. ho pianto come una scema, camminando verso di lei. mi faceva quasi paura, con quel suo sguardo serio e il visetto imbronciato. non abbassava lo sguardo, continuava a fissarmi e basta. mi sono fermata davanti a lei e mi sono inginocchiata.

    “Anh” le ho detto. ” Sono io.” lei mi ha soppesato con lo sguardo e poi lentamente si è girata e se n’è andata.

    Mi ci è voluto parecchio tempo perchè lei si avvicinasse a me. Se devo metterla su un piano pratico sono felice che sia così diffidente, perchè almeno posso stare tranquilla con gli altri stranieri. Ma dall’altra parte, mi ha spezzato il cuore. Le ho provate molte: le ho cantato la nostra canzone, le ho mostrato le sue foto, i suoi video, le ho parlato in italiano e in inglese. e alla fine, si è avvicinata e mi ha abbracciato. e io l’ho presa fra le mie braccia e le ho accarezzato la sua testolina, le ho dato baci sulle guance. e continuavo a ripetere” Anh, Anh oi.. sono io” e ad un certo punto lei mi ha stretto forte e poi con la sua manina ha indicato la strada per uscire dall’orfanotrofio. potete immaginare come cavolo mi sia sentita.

    è stato un pomeriggio parecchio intenso ed ora sono stanchissima, sdraiata sul letto con Mi accanto.

    Domani, dopo il lavoro, proverò ad andare ancora e vedere come andrà tra noi, se inizierà a ricordare piano, piano..

     

  • Il ritorno… nhé/oi

    Ebbene, eccomi qui, comodamente seduta sul materasso\letto di Mi, il computer appoggiato su un tavolino che Mi ha comprato di recente, intenta a raccogliere ed organizzare i primi pensieri di questa prima giornata. Come al solito, sono tanti e tutti, mi si accavallano nella mente già sovraeccitata e strafatta di adrenalina per le ultime ore appena trascorse. Mi è seduta di fronte a me, i capelli corti che svolazzano ad ogni folata di vento artificiale generata dal ventilatore che abbiamo posizionato proprio davanti a noi. Mi sta leggendo i messaggi che il suo amico Loic ( un ragazzo belga che conoscerò a breve) le sta scrivendo: si stanno mettendo d’accordo per stasera, usciremo a bere qualcosa nell’Old quarter e sono contenta di non essere più  l’unica occidentale del gruppo. Uno dei miei propositi nuovi per il mio ritorno èquello di cercare nuovi amici western\expats and so on, così da averealmeno un punto d’appoggio culturale nei momenti di crisi viet.

    Comunque, dopo quasi due giorni di viaggio massacranti, sono atterrata ad Hanoi alle 8.30 del mattino. Quando l’aereo si è abbassato sulla pista, i miei sensi si sono come risvegliati e hanno iniziato a registrare ogni movimento dei passeggeri (per la maggior parte viet), ogni tetto colorato delle case strette e lunghe tipiche della capitale. Molti suoni mi erano già famigliari  e mi sono arrivati dritti nel cervello, rilasciando tutte le emozioni che covavano dentro di me dall’inizio del viaggio: lo scatarrio degli anziani, i richiami melodici delle donne… mi hanno fatto piangere. così ho singhiozzato per tutta la durata dell’atterraggio e ho continuato anche quando ho accesso il telefono vietnamita e ho chiamato Mi, che mi ha risposto immediatamente, singhiozzando pure lei.

    era un pianto di contentezza, di incredulità nell ‘essere di nuovo ad Hanoi, la città che rappresenta il mio inferno e il mio paradiso,  le mie gioie e i miei dolori, dopo un anno esatto. A stento ho contenuto la mia impazienza nell’aspettare i controlli del passaporto e la mia valigia sul nastro dei bagagli.

    Quando finalmente sono uscita dalla sala degli arrivi, Mi era lì: ci siamo corse incontro e abbracciate tra pianti e risate (isteriche per lo più). Nessuna delle due poteva credere di essere l’una nelle braccia dell’altra, ancora una volta.

    Mi aveva noleggiato un’auto con autista ( ormai non mi stupisco più) che ci ha guidato verso Thanh Xuan, il quartiere dove abita lei. Non appena ci siamo immerse nel traffico di Hanoi, tutto mi è tornato di nuovo alla mente: il caldo soffocante ed umido che mi ha immediatamente inzuppato la maglietta, i motorini che si incrociavano con le macchine, fra clacson e smog.. gli odori… il mio corpo riconosceva ognuna di quelle cose, ma allo stesso tempo era come se le vedesse e sentisse per la prima volta. è una sensazione che mi ha accompagnato per tutta la giornata: quando la macchina ha parcheggiato di fronte al viale della casa di Mi, quel viale che ho percorso in motorino decine e decinedi volte, prima come fidanzata di Tung, poi come migliore amica di Mi, la signora delle mentine e i due vecchi che giocano a dama erano ancora lì, nel solito posto e mi hanno rivolto il solito saluto al quale io ho risposto come ho sempre fatto: ” Xin chào, Cò, Xin chào Ban..”

    L’odore della casa di Mi, sempre lo stesso, sua mamma che mi saluta, Ben (il cane) che mi fa la festa… era come se non fossi mai andata via e allo stesso tempo come se fossi stata lontana da questi luoghi per almeno cent’anni.

    Il caffè da Paris Baguette con Mi, le nostre chiacchere, le spese al negozio coreano.. tutti gesti della mia quotidianità di un tempo, che ora ritornano in vita.. non so quale sia il modo migliore per descrivere questa sensazione bizzarra.. non riesco a trovare parole più adatte!

    Comunque sia, sono appena arrivata ma giàle cose da fare si stanno ammucchiando una sopra l’altra: devo trovare un appartamento per un mese, cosicchè possa avere i miei spazi e non gravi troppo sulla famiglia di Mi; poi devo noleggiare un motorino e infine ho già i primi appuntamentidi lavoro fissati per domani. Per quanto riguarda Anh, domani pomeriggio cercherò di andare in orfanotrofio ma la vedo molto dura: ho infatti ricevuto una lunghissima lettera dall’ufficio inglese di Projects Abroad nella quale, oltre a scrivere le opinioni dell’associazione su quanto accaduto, mi ha anche riferito che in orfanotrofio, al momento, non può entrare nessuno perchè ancora sotto indagini. quindi devo studiarmi un piano anche per questo. Prevedo un mese movimentato e impegnativ, questa volta. Spero solo di riuscire ad entrare a Bo De e di poter riabbracciare la mia bimba. Mi manca così tanto ma so che la situazione è parecchio delicata, quindi devo muovermi con molta cautela e stare attenta per non rovinare o mettere in pericolo il mio rapporto con Anh e l’orfanotrofio.

    è difficile, ma per fortuna non sono sola. ( quindi Mamma stai tranquilla!)

    Per adesso, non ho molto altro da scrivere, a parte che come previsto, il caldo e lo smog fanno si che mi cambi d’abito quasi quanto faceva Maria Antonietta e che il rosghino alla gola m si sta già formando… ( che schifo).

     

    No, aspettate, qualcosadevo ancora aggiungere: la prima è che ho appena finito dmangiare una super cena a base di nem che la mamma di Mi ha preparato apposta perme; e la seconda èche, vedendo Tung oggi, non hoprovato niente di niente… anzi si sposerà a breve!