Archive for ottobre, 2014

  • L’ultima settimana a Hanoi.. what comes next?

    Non ho più avuto tempo di scrivere in merito alla mia ultima settimana ad Hanoi, prima di tornare in Italia. Ora, seduta davanti ad un computer preistorico nella mansarda di casa mia, con la connessione che va e viene, perché sì dai, il Vietnam è un paese del terzo mondo però è l’ Italia quella che non si riesce a rimediare per un servizio internet come si deve, posso finalmente dedicarmi a questo articolo.

    Comincerò dal mio ultimo week-end che è coinciso con il 60esimo anniversario della liberazione del paese dai francesi e che è stato a dir poco, matto e incasinato:

    Venerdì sera, Mi, Elton, Loic, Ivy ed io, dovevamo vederci a Ta Hien per un drink prima di andare al nostro solito Hair of The Dogs. Quando sono partita da casa, sembrava tutto come al solito, la città sbrilluccicante , il traffico intenso, l’inquinamento acustico…

    Quando sono arrivata all’altezza della Lotte Tower su Kim Ma però, il traffico si è fatto ancora più insistente ed è diventato sempre più preoccupante man mano che mi avvicinavo all’Old Quarter. “è normale” ho pensato, ” è festa oggi”..

    Ho tagliato per Hang Bai street e mi sono intrufolata nelle stradine del quartiere vecchio per cercare di raggiungere Ta Hien il più facilmente possibile, ma ad un certo punto, mi sono trovata in mezzo ad un enorme ingorgo di motorini e persone: nessuno riusciva a muoversi, nè avanti, nè indietro, nè a destra… eravamo come tutti congelati in quella posizione, i nostri motorini attorcigliati. Nessuno parlava.. è stata, credo, la situazione più surreale nella quale mi sia mai trovata.  Quando le esalazioni di gas sono diventate insopportabili, all’unisono, abbiamo spento i motorini.

    Dopo altri cinque minuti in quella situazione, stavo iniziando a dare di matto: non avevo neanche i soldi nel cellulare per potere chiamare i miei amici in soccorso ma avevo visto che loro mi avevano chiamato più volte senza che io riuscissi a rispondere. Ero veramente nel panico e a pensarci adesso, mi viene da ridere, ma in quel momento,  il nervoso e l’incapacità di pensare a come uscire da quell’ingorgo surreale, minacciavano di farmi scoppiare a piangere.

    Poi, non so come, una persona si è mossa per prima, spostando a colpi di reni, il suo motorino… e da lì, tutto si è sbloccato.

    Dopo un quarto d’ora sono riuscita ripartire e raggiungere, con la testa ancora annebbiata, Ta Hien. Ma la polizia bloccava la strada.  Quindi, ho girato in un’altra stradina, per raggiungere Me Mai street, dove c’è l’Hair of the dogs. Ma niente, anche quella era bloccata per via dei festeggiamenti.

    Disperata,  mi sono allontanata dal quartiere vecchio e mi sono fermata al primo venditore ambulante di ricariche per il telefono e ne ho comprata una da 20.000 VND ( 75c di euro). Ho chiamato Mi e Loic e ho detto loro che non riuscivo ad entrare a Ta Hien, perchè era tutto bloccato e loro mi hanno detto di trovarci tutti all’Hero Bar, poco fuori dal quartiere vecchio.

    Così finalmente sono riuscita a raggiungerli e abbiamo potuto celebrare e festeggiare il mio ultimo week-end.

    Sabato, dato che i festeggiamenti erano ancora in semi-atto, abbiamo optato per una serata più tranquilla.. sempre a Ta Hien. Credo che a Mi piaccia andare lì, perchè ogni volta che attraversiamo il corridoio di persone sedute a terra che sorseggiano cocktails o sgranocchiano zampette di gallina, tutti si voltano a guardarci. Direi che è piuttosto normale quando un gruppo formato da due occidentali dei quali uno è un super biondone e un’ asiatica tatuata mano nella mano con un ragazzo di colore, fanno la loro comparsa, in un contesto assolutamente tradizionale, di una strada affollata di Hanoi in una tranquilla serata vietnamita..  mi ed io

    L’ultima settimana l’ho passata tra  incontri di lavoro last minute, la stesura del report finale e l’orfanotrofio.bo de kidsbo de kids 2bo de kids 3

    In merito a questo, non posso dire molto, per questioni di sicurezza ( se volete sapere di più, contattami in privato) ma voglio raccontarvi comunque, che cosa meravigliosa mi è successa, proprio l’ultimo giorno, giovedì scorso, quando sono andata a trovare Anh per l’ultima volta prima di ripartire:

    Xuan ed io stavamo giocando con i bambini, quando ad un certo punto, una famiglia composta da padre, madre e due figli adolescenti, sono entrati nella stanza addetta a scuola: Xuan ed io eravamo a dir poco sorprese dato che nessuno può entrare in orfanotrofio adesso. Abbiamo chiesto loro come fossero riusciti ad arrivare fin da noi e ci hanno risposto dicendoci che alloggiavano in un certo hotel che, a sua volta, aveva dei contatti con l’orfanotrofio. Xuan ed io, siamo rimaste a dir poco sconcertate nel venire a sapere che un hotel ha dei contatti con la pagoda e non sapevamo bene cosa dire.. poi però la mamma, mi ha detto una cosa che mi ha lasciato ancora più sbalordita: lei e la sua famiglia si erano trasferiti dalla Svizzera a Singapore a causa del lavoro del marito ed ora, erano in viaggio nel sud-est asiatico, prima che il lavoro e la scuola dei ragazzi ricominciasse..e avevano deciso di venire ad Hanoi a visitare l’orfanotrofio, perché seguono questo blog da quando l’ho creato!!io piu bimbi

    Vi rendete conto? immaginate la mia faccia quando ho scoperto che quello che scrivo è veramente seguito e ha portato questa splendida famiglia fino ai miei bimbi.. davvero, non c’è gioia più grande nel vedere che posso davvero, con le mie parole, arrivare fino ai cuori delle persone e riuscire ad aiutare i bambini di Bo De.. ed è quello che è successo l’ultimo giorno ad Hanoi!

    Infatti, la famiglia ( che tra l’altro è italiana), ha deciso di aiutare una bimba che ha bisogno di cure mediche e di seguirla nella sua crescita. Cosa c’è di meglio?! So che, questa famiglia probabilmente, starà leggendo il mio articolo adesso, e quindi voglio esprimere nuovamente la mia felicità e gratitudine nei loro confronti per aver sposato la nostra causa.. e cioè il benessere dei nostri bambini. GRAZIE GRAZIE GRAZIE!!!

    Per concludere, adesso sono a casa, a Rimini, in attesa dei prossimi passi per il progetto.. anzi devo andarmi a preparare perché ho un incontro su skype con i miei capi tra mezz’ora :-)

    L’ ultimissima novità: fra 2 settimane sarò in viaggio per Seoul, (per motivi personali) dopo 3 anni, sarò di nuovo là. Per chi mi conosce bene, sa che le emozioni nel tornare, sono tante, perciò, probabilmente, scriverò qualcosa anche durante questo mini-viaggio… ci sono tante cose ancora da raccontare!!

     

  • 10.10.1954-10.10.2014. Em yeu Hanoi

    In occasione del 60esimo anniversario della liberazione del Vietnam dal colonialismo francese, voglio dedicare questo articolo a questo paese che ho imparato ad amare, ma soprattutto ad Hanoi, la sua capitale, la città che più amo al mondo.

    Hanoi è la città dove tutto può succedere: metti piede per la prima volta sulle sue strade trafficate, punti il naso in alto, sul suo cielo troppo spesso grigio, osservi le facce delle persone che ti passano accanto e ti scrutano curiose: le vedi parlocchiare con la mano davanti alla bocca, scatarrare sui marciapiedi, chiamarsi a gran voce l’uno con l’altro… e ti servono tre secondi per capire se puoi amarla o odiarla.

    Due dei miei tre secondi, mi sono serviti per capire che, in questa città, la mia vita sarebbe cambiata, ma che l’avrei amata per sempre. L’ultimo secondo, mi ha lasciato intendere che, in qualche modo, l’avrei anche odiata, che mi avrebbe fatto sputare sangue e dolore.

    Ed è proprio stato così: ma è grazie a quei primi tre secondi e ai 12 mesi seguenti, che sono diventata quella che sono oggi. La ragazza che cammina con aria sicura per le strade di Nanh Dinh, che incontra gli amici al caffè, che organizza incontri di lavoro, che veglia sulla sua bimba. Ad Hanoi.

    Hanoi, è la città nella quale si possono mangiare superbi piatti tradizionali, per due soldi, seduti su uno sgabello minuscolo, in uno street restaurant. Ma è anche la città nella quale, se hai voglia di un hamburger con vera carne irlandese, puoi mangiarlo in uno dei ristoranti sparpagliati nelle maggiori strade commerciali.2014-10-05 19.21.21

    Hanoi è la città in cui grattacieli sontuosi si affiancano a bettole sporche e shopping mall all’occidentale, fanno concorrenza ai minuscoli negozietti locali, ma senza che l’uno soccombia all’altro.

    Ad Hanoi, l’estate è così insopportabile da farti desiderare di stare in una buca sottoterra, ma poi ottobre ti sorprende con una dolcezza incredibile: notti chiare, un venticello che soffia leggero sulla tua pelle e ti scompiglia i capelli mentre guidi verso casa, senza casco.

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    Hanoi è la capitale di un paese che ha vinto talmente tante guerre e battaglie, che ogni mese, il suo centro storico, le viuzze del quartiere vecchio  e gli autobus, si adornano di festoni e dei colori nazionali per commemorare l’anniversario di qualche vittoria.2014-10-07 15.42.46

    Hanoi è la città nella quale si fa meglio a non avere regole quando si guida e in cui le persone non sanno guidare la macchina ma possono trasportare di tutto sui loro motorini: da maiali enormi a travi di tre metri e mezzo di lunghezza.

    Ad Hanoi, i vietnamiti ricchi vivono a Ciputra o Lang Ha street, gli europei e gli occidentali a Tay Ho, gli africani a Thanh Xuan e i coreani a Trung Hoa, ma si riuniscono tutti insieme nei weekend per ballare all’Hair of the Dogs o al The Bank e svegliarsi l’uno accanto all’altro, la domenica a mezzogiorno.

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    Hanoi è la città nella quale di mattina fai la comparsa  per uno spot pubblicitario, a pranzo vai ad un meeting di lavoro e il pomeriggio sei in un orfanotrofio.

    Hanoi è una donna al nono mese di gravidanza che guida un motorino in mezzo  al traffico dell’ora di punta.

    Hanoi sono un’insegnante vietnamita, una ragazza italiana e una moonaca che condividono lacrime. lacrime che devono rimanere segrete, perchè il governo controlla.

    Hanoi è una bimba di sei mesi che piange e smette solo quando sente cantare una certa canzone. Che impara a chiamarti mamma e che tu sei costretta  lasciare un anno dopo. Hanoi è una bimba che, cresciuta, non ti riconosce più, ma che sa, in fondo al cuore, che tu ci ci sarai sempre per lei e che la veglierai e la proteggerai fino alla fine.

    Hanoi, è la città dove ho imparato ad amare e odiare all’estremo delle mie capacità, dove ho imparato a lottare e vincere.

    Hanoi è la città che amo e alla quale mi sono legata per sempre.

    Hanoi, Hanoi, Em yeu Hanoi.

     

     

     

  • passi avanti.. e passi indietro

    un’altra settimana è passata è il mio tempo ad Hanoi è agli sgoccioli. Ho sentimenti piuttosto contrastanti a riguardo al pensiero di dover tornare mi viene l’ansia ma allo stesso tempo sono felice perchè so che quando tornerò, lo farò per un’ottima ragione: mettere finalmente in pratica il progetto. Questo mese che sta per passare infatti, come già sapete, l’ho usato per fare ricerche su altre ong locali, che potessero essere ottimii partnership per la mia associazione e posso dire di avere fatto un buon lavoro :-) mi sento sempre un po’ così a scrivere dei miei successi, forse perchè ho sempre paura che la gente pensi che io sia una montata.. per qualche strano motivo, mi riesce più facile scrivere delle mie batoste o tormenti. si potete ridere… ;-)

    Anyway, cme dicevo la settimana si è conclusa con qualche passo avanti e purtroppo anche qualcuno indietro: venerdì ho avuto un pranzo di lavoro con una funzionaria del dipartimento anti traffico di minori giapponese, alla quale ho raccontato dell’orfanotrofio, della nostra situazione attuale e lei è rimasta talmente colpita da dirmi di volere chiedere al suo dipartimento se è possibile fare qualcosa per i nostri bimbi. e poi mi ha donato 500.000 dongper comprare dell’altro altte per loro, scusandosi per non avere di più con sè al momento e dicendomi che Xuan, io e Gerwitt quando ero qui, stiamo facendo un ottimo lavoro essendo senza supporto. Direi che è un’ulteriore conferma delle mie capacità! inoltre lunedì, martedì e credo anche mercoledì, ho tutta un’altra serie di incontri e riunioni, tra le quali il Women’s Union, maggiore organo rappresentativo del dipartimento di genere.

    I miei passi indietro invece, come secondo me avete già intuito, riguardano quel lato della mia vita che, da qualche anno, è veramente ma veramente “fucked up”.

    Io non  so se c’è una ragione dietro a tutto questo casino di momenti drammatici, esaltazione, romanticismo, menefreghismo e ridicolaggine che è la mia vita sentimentale, ma posso dire con certezza, che adesso, mi sto davvero rompendo le scatole: proprio mentre scrivo questo pezzo, alla radio del caffè dove sono seduta, stanno dando WEDDING DRESS, la mia canzone preferita in assoluto di Taeyang, cantante coreano per la quale ho una cotta da anni e che, guarda caso, assomiglia a Tommy. O meglio, Tommy assomiglia lui.

    ma lasciatemi raccontare quest’ultimo casino: per tutta la settimana Tommy ed io abbiamo cercato di uscire, ma il suo lavoro ce lo ha sempre impedito in un modo o nell’altro. la situazione tipica è questa: Tommy ed io che ci incrociamo in ascensore o mentre arriviamo in appartamento –> Tommy che mi chiede di uscire la sera–> io che gli risondo di sì –> Tommy che, 3 ore dopo mi manda un mesaggio dicendomi che è incastrato con il lavoro. Non pensate che siano scuse, è davvero così, ho potuto vederlo con i miei occhi. è il modo asiatico di concepire il lavoro. Ricordo che anche mio babbo quando venivano giùi giapponesi, dovev aportarlidi qua e di là, persino ne week end…

    Ma, sabato, sembrava che avessimo trovato il modo per uscire insieme, organizzando un party per i suoi boss al the bank. Io dovevo portare le mie amiche e prenotare il tavolo e lui avrebbe pensato al resto e a pagare tutto quanto. E poi, se tutto fosse andato per il meglio, avremmo avuto la nostra domenica libera.

    quando sono arrivata al luogo dell’appuntamento, sembrava tutto perfetto: i suoi boss contenti e pronti per festeggiare, Tommy che mi guardava fisso ed io al settimo cielo.

    Per tutta la sera, ho giocato la mia parte in modo impeccabile: i mesi di studio della cultura coreana con la mia insegnante Miseon, gli anni spesi a guardare i korean drama e i film coreani, il mio stesso viaggio in Corea e la mia relazione precedente con un ragazzo coreano, mi hanno aiutato tantissimo ad intrattenere gli ospiti e a tenere alte le aspettative della festa per tutta la serata.

    Ma Tommy non era contento. Perchè? erchè ad un certo punto, due miei amici, Loic e uno nuovo, Tom, si sono aggiunti a noi. Insomma viene fuori che, nella cultura coreana, quando dei coreani festeggiano in questo modo, non vogliono altri uomini con loro, specialmente se occidentali perchè si sentono “minacciati”.

    Santo Dio, non finirò mai di imparare. e Tommy era preoccupato che i boss si arrabbiassero perchè questa era la sua occasione di dimostrare quanto fosse bravo nella “logistica” anche al di fuori del lavoro. Perchè in Corea, tutto quello che fa una persona, lavorativamente e personalmente parlando, è importante per costruire un’opinione sulla persona stessa. direi, di vitale importanza.

    insomma,  ad un certo punto della serata, io e Mi ci giriamo verso di loro e scopriamo che non ci sono più.

    Chiamo Tommy. è tornato a casa. Non ci vedo più. cominciamo a discutere. Il resto ve lo risparmio.  la sostanza della telefonata è che abbiamo capito che ci piacciamo e vogliamo conoscerci meglio, ma al momento non c’è possibilità e soprattutto, ci sono degli aspetti della cultura coreana che non capisco. Quest’ultima parte è stata un pugno nello stomaco.

    la storia si ripete…

  • Last updates

    Ciao a tutti!

    finalmente ho un po’ di tempo libero per aggiornare il blog.. sono seduta al mio solito tavolino in Twitter Bean coffee non lonano da casa mia.

    Ho appena finito di scrivere le ultime pagine del report che devo consegnare al mio capo, riguardante le mie ricerche. Sono molto soddisfatta di come è andato il mio lavoro qui: ho incontrato un sacco di persone interessanti, soprattutto donne che lavorano in un campo difficilissimo, reso più difficile dalle condizioni politiche e sociali di questo paese.. ma la loro forza e determinazione è stato un ulteriore motivo di ispirazione per me e sono molto fiera di potere fare parte di questo mondo!

    lo scorso venerdì ho avuto una riunione al Centre for Women Development, dove una decina di donne, vietnamite, giapponesi e occidentali, si sono incontrate per parlare deli ultimi avvenimenti in merito al traffico umano con la Cina e aggiornarsi sulle soluzioni e azioni da intraprendere. Io avevo il mio traduttore personale e ho potuto intervenire. è stato fantastico!

    Il giorno dopo, sono pure stata contattata da due responsabili di ong, una giapponese e una australiana e mi incontrerò con loro la prossima settimana. Sono troppo contenta!! sento che finalmente, tutto sta convergendo nella direzione giusta.. che tutti i miei sforzi stanno dando i loro frutti… :-))

    In orfanotrofio invece la situazione è ancora critica. I bambini non hanno più cibo perchè prima Projects Abroad finanziava il tutto e adesso che ha levato le tende, i bambini sono rimasti senza niente ed i monaci fanno fatica a provvedere a tutto. Xuan, l’insegnante vietnamita, continua ad andare tutti i giorni e a portare cibo da casa sua. Per fortuna, grazie ad una donazione di 200 euro da parte della mia ex datrice di lavoro, ho potuto comprare per loro latte liquido e in polvere, instant porridge, pannolini di varie misure, sapone, spazzolini e dentifrici in quantità sufficienti per resistere alcune settimane. Portarli da casa all’orfanotrofio con il motorino è stata l’impresa fra le più difficili che abbia mai dovuto affrontare! sembravo proprio una di quelle vietnamite che si vedono nelle foto per i turisti.. presente??2014-09-30 16.23.47

    Adesso voglio cercare di organizzare un incontro fra alcuni membri di associazioni locali e l’insegnante in modo da provare a trovare una soluzione per questa situazione. Dobbiamo assicurarci che, una volta chei bambini saranno partiti da Bo De, avranno comunque le cure necessarie per crescere e quelli che sono in età scolare, vadano a scuola regolarmente. Spero di riuscirci.

    Anh, continua ad essere diffidente nei miei confronti e questo mi riempie di tristezza ogni volta.. e piango quasi sempre. sapere che una volta, le mie braccia erano l’unico posto nel quale si sentiva sicura, mentre adesso se l’accarezzo troppo o le sto troppo vicina si innervosisce, mi butta giù di brutto. per questo vado più raramente. è brutto da dire, ma devo pensare a me stessa anche e alla mia salute mentale.  anche perchè poi sono triste e incapace di concentrarmi per tutto il giorno e in un momento così importante della mia vita e della mia carriera, non posso assolutamente perdere il senno.

    Ci sono dei risvolti anche dal punto di vista sentimentale. Mi vergogno sempre un po’ a scrivere di questa parte della mia vita, ma sono assolutamente convinta che per rendere il mio blog più veritiero possibile, devo rendervi partecipi e scrivere di tutto quello che mi succede..

    quindi, vi aggiornerò sul caso Tommy, ovvero il ragazzo della patente: nelle ultime settimane, ci siamo sempre beccati per caso nei vari locali e ristoranti ( nonostante Hanoi abbia quei 200.000 ristoranti e altrettanti bar, clubs etc). poi io mi sono trasferita e indovinate un po’ dove? nel suo stesso palazzo. Ok, non è una mossa da stalker, ma semplicemente una mossa di convenienza: infatti per il breve tempo che mi rimane qui ad Hanoi, nessun proprietario affitta appartamenti per  un periodo inferiore ad un mese e a volte neanche per un mese intero. quindi ero un po’ nella cacca perchè avevo veramente bisogno di trovare un posto mio. E mi sono ricordata di quello che mi aveva detto Tommy sul suo appartamento e sulle condizioni di affitto.  Mi sono fatta dare l’indirizzo e  ci sono andata, tentando la mia fortuna… e ci ho azzeccato! :-)) essendo camere e mini appartmaento in affitto, il proprietario mi ha detto che potevo prenderne una anche per un periodo di tre settimane e quindi beh, è stato facile! ho firmato e il giorno stesso mi sono trasferita. E volete sapere l’ultima? ho scoperto di essere sullo stesso piano di Tommy.. ahahah!! quando si dice, il caso eh..

    Comunque ieri sera, tornando a casa dopo una cena con Loic, tiro fuori il cellulare dalla borsa e mi ritrovo con 3 chiamate perse e 4 messaggi.. da parte sua. Non potevo crederci! Mi chiedeva di  uscire.. scrivo in fretta il messaggio di risposta ma nel frattempo lui mi chiama di nuovo e mi chiede dove sono; io gli rispondo che sono appena tornata a casa e lui mi dice che è in un bar a due passi da casa nostra con i suoi boss che mi vorrebbero conoscere. Mi hiede se posso raggiungerlo e io decido di sì. Così mi dò una sistemata e vado. Quand sono arrivata è stato un po’ imbarazzante, perchè tutti i suoi capi ( 3 per l’esattezza) non hanno smesso di farmi i complimenti e continuavano a chiedere a Tommy se fossi davvero sua amica.. Quando poi lui è andato in bagno, uno dei suoi capi mi ha confidato che Tommy ha parlato molto di me ed è per questo che volevano conoscermi. Ok, immaginate la mia faccia a sentirmi dire questo! ahahhaha!

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    Comunque sia, dopo il bar ci siamo spostati nell’appartmaento da 1200 euro al mese di affitto del boss numero 1. Hanoi è questa: hanoi è un orfanotrofio pieno di bambini che non hanno neanche da mangiare ed è anche la città dove alcune  persone possono permettersi un appartmento che anche in Italia sarebbe da “super ricchi”..

    Ed io continuo a saltare da una parte all’altra dei due estremi.

    quartiere coreano, dove il boss di Tommy ha l'appartamento e nuova area di privilegiati

    quartiere coreano, dove il boss di Tommy ha l’appartamento e nuova area di privilegiati

    A volte, è molto dura, perchè, come ormai avrete capito, la mia vera natura è ben lontana dai posti fancy e chic che ogni tanto frequento. Per esempio, ieri sera, prima di incontrare Tommy, Loic mi aha portato ad una degustazione di vini, in un’antica casa colonica francese ( nella foto), piena di occidentali vestiti con camicie bianche e pantaloni cachi, stile colonialism chic. Mi rende sempre un po’ nervosa frequentare questo tipo di gente: so per esperienza che sono persone ricche, che lavorano per ambasciate, uffici governativi o che possiedono ristoranti e negozi occidentali , che vivono in case lussuose attorno al West Lake o in Thanh Xuan o in Ciputra. E che sono lontani anni luce dal Vietnam nel quale vivo io e che probabilmente troverebbero difficile capire le mie scelte. Ma so anche che queste persone, sono quelle che, egoisticamente parlando, potrebbero finanziare i miei progetti, se solo gliene parlassi in modo da toccare i loro cuori di mecenati. Quindi, sono comunque grata delel occasioni di questo genere che mi si presentano e devo dire che il mio carissimo amico Loic, figlio del direttore di diversi alberghi qui ad Hanoi, mi aiuta molto in questo proposito.