I primi due giorni in pagoda
Così, ho passato la prima notte in pagoda. Non è stato tanto male. Tranne che nel cuore della notte, qualcuno si è messo ad urlare dall’orfanotrofio, chiamando le monache e queste hanno acceso tutte le luci e si sono fiondate di sotto, svegliando me e Shila, la ragazza tedesca. L’unica cosa scomoda è il bagno, perchè mi lavo in una bacinella e l’acqua la dobbiamo bollire prima di lavarci per togliere tutti i batteri. -.-’
La cosa che veramente non sopporto però è il fatto che le monache frugano continuamente nelle mie cose, chiedendomi cosa è quello o cosa non è etc. l’altro giorno una di loro ha preso il mio telefono e mi ha cambiato tutte le impostazioni, mettendo il vietnamita come lingua. Cristo.. E poi ci osservano fisso. ma fisso. soprattutto quando sto con Anh. è abbastanza stressante.
Con lei invece va tutto bene, le sto dando le medicine che Nate mi ha prescritto, due volte al giorno, ma sento che è di nuovo un po’ peggiorata e alcune bollicine da scabbia sono nuovamente venute fuori. Più di così non so cosa fare. è più che evidente che la bambina non può soffrire il posto. Ma Nate è riuscito anche a farle cambiare stanza e adesso sta in quella con le nannies gentilissime (non sapevo che esistessero). Devo portarla via al più presto è inutile.
Ho chiamato il tipo dell’appartamento sul west lake. credo proprio che traslocherò sabato. è vicino all’orfanotrofio quindi è un ottimo compromesso direi. Ma non posso stare qui, esco di testa. E se sono così io, come posso prendermi cura bene di Anh?
AH mi sono scordata di dire che ieri sera è successa una cosa all’orfanotrofio: ad un certo punto arriva Hue, la manager, sconvolta dicendo che mancava un bambino all’appello. Allora siamo corsi tutti nel cortile, cercando di capire meglio la situazione: uno dei più piccoli non c’era più. qualcuno doveva averlo portato via perchè il bambino in questione aveva solo 2 mesi.
Dopo una ventina di minuti, vediamo un uomo schiaffeggiare forte una donna che teneva una cosa fra le braccia: era il bambino. Lei lo aveva portato via. Il piccolo è stato subito preso in custodia dalla nanny e lei invece è stata presa e portata nello stanzino del guardiano dove l’hanno interrogata per quasi un’ora.
All’inizio si pensava che fosse una legata al traffico di bambini. Invece oggi, abbiamo scoperto che era la madrea naturale del piccolo. Lo rivoleva indietro. Ma qui, se porti il bambino in orfanotrofio e dici che non lo vuoi più, non puoi più riaverlo indietro dopo. Quella donna ha perso suo figlio per sempre.