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  • I bambini che urlano di più al mondo.. e sono diventata una mamma!

    Lucas ed io, alla fine della lezione, venerdì.

    Lucas ed io, alla fine della lezione, venerdì.

    venerdì, ultimo giorno di lavoro prima del week end.. ahhhh… ma ovviamente io e Lucas abbiamo avuto lezione con i più piccoli, quellai di prima: è stato orribile. alla fine dell elezioni eravamo da bittare. Mal di testa, niente voce.. purtroppo o per fortuna, i bambini erano così eccitati di avere due stranieri nella loro classe, che hanno gridato per tutto il tempo, anche se io, per l’occasione, mi ero imparata a memoria l’equivalente vietnamita di: silenzio e ascoltate e l’ho ripetuto all’infinito  per tre ore di fila. Sto prendendo la mando,ad insegnare: per tutta la settimana ho osservato le maestre ed ho assimilato i loro gesti: quando vogliono silenzio hanno due modi, il primo, quello buono, è semplicemente la parsola “les élèves!!” gridata a più non posso, con la conseguente risposta dei bambini che è: “silence!”. quello più cattivo invece, è sbattere le mani o il righello sulla cattedra, più volte possibili. C’è anche un altro metodo in realtà, quello cattivissimo: le maestre a volte, percuotono i bambini o li torgono un orecchio. Una cosa che non potrei mai fare. Mi limito a battere le mani sulla cattedra, quindi.

    A pranzo, abbiamo mangiato in silenzio, troppo affamati e stanchi per intrattenere qualsiasi conversazione che non fosse: è buono eh? Oh si, un casino. I miei propositi di dimagrire sono andati a farsi benedire, tanto per usare un’espressione educata:mangio come una baghina e il cibo è talmente buono che non puoi farne a meno! Però sono dimagrita lo stesso un chiletto..

    Ma la cosa più importante come sempre, è un’altra: oggi sono andata all’orfanotrofio e ho portato la tuta alla mia bambina. La nanny, appena mi ha visto, me l’ha indicata: era sveglia.. che bella che è. Le ho messo la tutina e la nanny non se la smetteva di dire “beautiful, beautiful”. credo che mi trovi simpatica. Kristine, la mia coinquilina aveva comprato dei giochi per loro e gliel’ha dati. L enannies erano al settimo cielo! Kristine, io e la nanny ci siamo messe a scattare fotografie a vicenda con i nostri bambini. Credo che si fidi molto di me perchè mi ha permesso di curare la bambina : le ho spalmato i piedini rovinati con una crema lemitiva, l’ho lavata un po’ e le ho rimesso la tuta. Nel frattempo, è arrivata una comitiva che lavora per l’associazione di orfanotrofi in Vietnam: ho chiesto se qualcuno parlasse inglese e c’era un ragazzo che sì, lo parlava molto bene. Allora ho iniziato a fare un po’ di domande, ho chiesto se la scuola è gratis o se gli studenti devono pagare e quanto dura. Mi ha risposto e poi mi ha chiesto perchè; io gli ho esposto il mio piano di creare un fondo per la

    Da Sinistra a destra: io con Anh, Tanjia e Kristine con due bambini della stessa camera di Anh

    Da Sinistra a destra: io con Anh, Tanjia e Kristine con due bambini della stessa camera di Anh

    bambina in modo che possa pagarsi gli studi. Il ragazzo mi ha portato dalla monaca della pagoda a cui l’orfanotrofio è legato: tramite lui, io e la monaca abbiamo chiarito la situazione e deciso i dettagli della mia adozione. Quindi, si, ragazzi sono una mamma adesso:-) devo dire che la cosa mi spaventa un po’ perchè finchè sarò qui, mi prenderò cura io di lei, di Keung Anh. Poi, però, quando me ne andrò via, io e la monaca ci manterremo in contatto tramite indirizzo email e lei mi informerò sullo stato di mia figlia. Per il cibo e il dottore, non ci sono problemi, io mi occuperò della sua educazione. Poi la monaca è venuta all’orfanotrofio per vedere di quale bimba si trattasse.

    La voce si è sparsa in fretta e tutti sono venuti a complimentarsi con me. Volevo rispondere che non ho fatto niente di speciale, che ho seguito il cuore e l’istinto. Tutto qui. Le nannies adesso mi chiamano Me, mamma. E quando ci sono io, mi lasciano stare da sola con lei e me ne devo occupare interamente. E come se Anh sapesse cosa è successo, perchè quando le ho dato il biberon, mi ha afferrato un dito, con la sua manina minuscola e non ha distolto, neanche per un attimo, lo sguardo dal mio. Credo che siamo rimaste così, a guardarci e a sorriderci a vicenda, per quasi un’ora. Poi l’ho addormentata, cantandolgi “Oh Mondo”, la canzone che mi cantava mio babbo quando ero piccola. E come me, anche lei si è addormentata. Fra le mie braccia. Un piccolo, dolcissimo fagotto rosa confetto.